Bossi sa che la sua base scalpita e che una parte probabilmente non andrà nemmeno a votare, perché insofferente dell’alleanza col Cavaliere e degli scarsi risultati realizzati finora dal governo, oltre che della immonda vicenda dei “responsabili” premiati con i sottosegretariati. Ma niente paura: le defezioni dei duri e puri non saranno tantissime, almeno al primo turno, e si può mettere nel conto il sacrificio; ma poi c’è sempre un vasto bacino dove andare a conquistare nuovi consensi, per compensare le perdite: dove? È ovvio, nella base di un Pdl in pieno sbandamento, frastornato per le disavventure del Capo, concentrato solo sui temi della giustizia e lacerato dalle beghe intestine: dove tra l’altro c’è un “Uomo forte” che gode di un certo apprezzamento e che è forse più vicino al Carroccio che al suo stesso partito (parlo di Tremonti, ovviamente).
UN’OFFERTA POLITICA AI PIDIELLINI SBANDATI
Ovviamente per realizzare il colpaccio bisogna moderare i toni, accreditarsi come forza responsabile e unitaria, persino sopportare qualche Inno di Mameli e qualche Tricolore qua e là (come nei giorni scorsi a Bologna),
IL CONFLITTO D’INTERESSI FRA PDL E BERLUSCONI
Se l’operazione leghista andrà in porto, limitando i danni soprattutto a Milano, Berlusconi salverà la poltrona di governo, anche se a costo di sacrificare il partito. Ecco infatti, nella lucida analisi di Ugo Magri, cosa succederà nel Pdl a partire da lunedì. Se fossi in Verdini, Bondi e La Russa sarei piuttosto agitato, in questo momento; e se invece fossi un iscritto sarei incazzatissimo verso un Comandante che abbandona la nave incurante di salvare i suoi uomini, ma si sa, chi ama davvero (Berlusconi) non indulgerà in queste meschine recriminazioni, né gli presenterà il conto: in fondo il partito è roba sua. E poi, alla fin fine, per il Nord, fra Lega e Pdl che differenza fa?
http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/401447/