La mozione del Pd è reticente e sibillina, anche se molto possibilista sui bombardamenti. Certamente è estremamente impopolare nel partito.
Non mi pronuncio, sono in difficoltà anch’io: da una parte ci sono le ragioni degli insorti anti-Gheddafi, dall’altra il rifiuto storico della violenza; o ancora: di qua gli obblighi di coerenza con le alleanze internazionali (qui non si tratta delle impennate di Bush e della sua lobby militar-affaristica, ci sono di mezzo Obama, l’Onu e Napolitano, Sarkozy a parte), di là il diritto-dovere dei popoli a decidere da soli il proprio destino: sempre che le bombe di Gheddafi contro le città ribelli (per non dire della repressione in Siria) si possano definire “questioni interne”.
Insomma: Berlusconi avrà le sue gatte da pelare, ma mi pare che anche Bersani non se la passi bene.
Una cosa mi sento di dire (e diventa anche una raccomandazione ai militanti): non credo che i favorevoli a bombardare siano degli irresponsabili guerrafondai né che i pacifisti a oltranza si possano liquidare banalmente come amici di Gheddafi. Credo invece che ogni posizione abbia la sua dignità, le sue giustificazioni e anche le sue ambiguità, e si porti dietro il suo grosso carico di sofferenza: per cui invito ognuno a cercare di comprendere, o quanto meno rispettare le posizioni degli altri. Ci si può stimare (e restare uniti) anche sostenendo posizioni diverse.