Oggi dunque i titoli dei giornali e le dichiarazioni dei politici, soprattutto di centro-destra, trasudano di indignazione per l’affronto alla nostra dignità nazionale: hanno ragione, è uno schiaffo inaccettabile quello che ci arriva dal Brasile, che dimostra in questo modo di considerarci una democrazia a metà, incapace di tutelare i diritti, se non addirittura l’incolumità, dei propri cittadini condannati.
Ma c’è in pensiero che mi turba: non eravamo diventati autorevolissimi
SIAMO AI MARGINI DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
I dispacci di Wikileaks prima e il caso Battisti ora ci dicono, una volta di più, la verità su come viene considerato il nostro paese a livello internazionale, su quanto poco pesino le nostre posizioni, su quanto è screditata la nostra democrazia, se persino un modesto assassino seriale, seppure con amicizie altolocate, riesce a mettere in scacco il nostro governo, e ad ammantare di motivazioni politiche le sue azioni criminali. E il solito Gasparri ha il coraggio di dire che questa decisione “porrebbe il Brasile ai margini della comunità internazionale”! Il problema, caro Gasparri, è che ai margini della comunità internazionale ci siamo noi, e proprio grazie all’insipienza del governo.
Immagino che qualcuno dirà, a questo punto, ecco il solito che grida “piove, governo ladro”. Mi dispiace, ma non è così: anzi sono pronto a dire che se il nostro governo e il nostro premier riuscissero oggi a scongiurare in extremis la decisione di Lula, sarebbe per loro un grande successo, oltre che una grande soddisfazione per tutti gli italiani, a partire dai familiari delle vittime di Battisti.
IN COSA E’ MANCATO IL GOVERNO
Ma non posso non ricordare che un esito diverso della vicenda poteva e doveva essere costruito con pazienza certosina e impegno inflessibile, mettendo in campo le risorse della diplomazia, della politica e financo quelle dell’economia, oltre alle relazioni con una comunità italiana che in Brasile è fortissima. Doveva essere inoltre sviluppata una convinta e determinata mobilitazione culturale (Bondi che ci sta a fare, nel posto che occupa?), “arruolando” i nostri più apprezzati intellettuali per convincere i Garcia Marquez, i Bernard-Henry Lévy, i Daniel Pennac e il resto del’intellighentia internazionale sciaguratamente mobilitata in favore di Battisti, che l’uomo non è un perseguitato politico di un regime dittatoriale, ma un criminale regolarmente condannato da uno stato democratico.
TRA LULA E BERLUSCONI TRE INUTILI INCONTRI
CASO BATTISTI, L’ITALIA UMILIATA: ECCO PERCHÉ STAVOLTA E’ PROPRIO COLPA DI BERLUSCONI
CASO BATTISTI, L’ITALIA UMILIATA: ECCO PERCHÉ STAVOLTA E’ PROPRIO COLPA DI BERLUSCONIultima modifica: 2010-12-31T01:52:00+01:00da
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