Nello spettacolo ci sono anche alcune suggestioni e citazioni tratte dal mio libro “Caro Zaia vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco”. Grazie, troppo onore!
DI SEGUITO ALCUNI PASSAGGI DELLO SPETTACOLO
DALLO SPETTACOLO
«Na volta sigava i operai e i mezadri, adesso siga i paroni».
IL PAESAGGIO
«Ormai il nostro paesaggio è eccitante come le pagine gialle, con la segnaletica che invece dei nomi dei paesi riporta un lungo elenco di ditte, e insegne di questo tenore: “Tutto per la marmitta”, “L’arte dello shopping”, “Sensitivo angelologo”, e centri sociali che si chiamano Tintoretto, Michelangelo, Raffaello. Niente che ti dica “sei in Veneto”».
CICLISTI IN ROTATORIA
«La gente è nervosa come un ciclista in una rotatoria: “Se son in parte, son in meso”. É per questo che i ciclisti si vestono come supereroi, e si mettono insieme per fare massa critica, contro la minaccia di auto e camion».
Il meglio di noi lo diamo sulle rotonde, con le piastrelle, con l’ulivo, con la vite, con un campo di panoce. Mi viene un sospetto: e se le rotonde fossero le buche di un enorme campo da golf?»
PARONI A CASA NOSTRA
«Diciamo che vogliamo essere “paroni a casa nostra”, ma il resto è tutto in affitto, dagli ospedali, alle autostrade, ai parcheggi. Si chiama project financing, ma è come la nuda proprietà: come quelle case che gli anziani cedono a un nuovo proprietario, con l’impegno che ci potranno abitare fino alla morte».
AUTO, CAMION E TRENI
Le macchine sono diventate parte del paesaggio, anche i cani non gli abbaiano più contro, abbaiano solo quando si fermano e ne scendono i proprietari».
«I camion sono diventati i nuovi magazzini viaggianti delle fabbriche. Una volta finito il prodotto, la legge di mercato dice che non può rimanere in magazzino: e allora lo si carica su un camion e lo si fa girare, girare».
«Mario Rigoni Stern ha raccontato, ragionando sulla “Carta di Asiago”, che nel 1907 per andare da Asiago a Venezia con i mezzi pubblici si impiegavano 3 ore e 13 minuti; nel 1997 si è scesi a 3 ore e 4 minuti: capite? 8 minuti in 90 anni. Lo stesso col treno: tra il 1997 e il 2007 il treno da Bassano a Venezia ha guadagnato 4 minuti».
CASE E CAPANNONI
«Nel Veneto centrale negli quadrante compreso fra Venezia, Padova, Bassano e Ponte della Priula si è costruito qualcusa come 365 campi sportivi ogni anno di case altre tre metri, e 420 campi sportivi ci capannoni alti sei».
EMERGENZA PEDEMONTANA
«I Veneti non lo sapevano di essere in emergenza, ma la realizzazione della Pedemontana è stata inserita proprio nella legge sulle emergenze (quelle della Protezione civile spa) il giorno di ferragosto del 2009».
IL MOSE È SEXY
«Avete visto come funziona il Mose? Si alza come un casso. Dicono però che la cerniera potrebbe incantarsi, a causa dei caparozzoli. E allora se arriva la marea e la cerniera si incanta? Speriamo che la marea rinunci all’approccio».
JESOLO, DOLO E VENETO CITY
«A Jesolo vogliono fare dei grattacieli alti tre volte la profondità dell’Adriatico: forse perchè così ci vedono dalla Jugoslavia. E Dolo che non vuole essere da meno avrà dei grattacieli ancora più alti di Jesolo, grazie a Veneto City».
LA CULTURA
«La cultura serve se la sai adoperare. É lo strumento culturale che ti ermette di distinguere le svendite dalle occasioni. Serve a rompere i piani territoriali, non a battezzarli con nomi altisonanti».
«La cultura non è buon tempo, non sta in una laurea in un cassetto, nè su uno scaffale di libri chiusi, non è merce per turisti, digestiva o esotica. Non è un settore dell’economia, non è nemmeno un’una tantum come un condono.
Allora cos’è? In Veneto è come la campagna, qualcosa di cui ogni tanto ci si “sgionfa” de ciacole e poi ci si dimentica per fare finanza coi terreni.
A curare l’orto, il proprio orto, son bravi tutti, certo, bisogna! Ma non basta mica. Voglio parlare di futuro, di paesaggio e di servitù di passaggio».