Sergio Frigo

OGGI PADOVA AL VOTO: ECCO COSA HO IMPARATO IN CAMPAGNA ELETTORALE

Dunque ci siamo. Mentre votate, ecco qualche flash rigorosamente personale sulla campagna elettorale appena conclusa (attenzione: potrebbe contenere pubblicità subliminale :-).

Innanzitutto, mi sono reso conto finalmente (dopo anni che praticamente ci venivo solo a dormire) di quanto sia grande la nostra Padova, di quante disparità sociali (da emendare) la caratterizzino, ma anche delle sue tante diversità positive, da valorizzare e rendere l’un l’altra compatibili e dialoganti. Compito non facile, perché molti cittadini, quando incontrano i candidati, avanzano richieste concrete ma molto specifiche, a volte impossibili da conciliare fra loro: rivitalizzare la piazzetta ma mandare a dormire con le galline i ragazzi che la popolano; limitare l’inquinamento e il traffico ma eliminare il tram, o ridurre le piste per le biciclette, che “restringono la carreggiata”; e potrei continuare a lungo.

Fra le persone incontrate, ho avvertito una forte sintonia con i giovani genitori, che girano per le strade dei quartieri e tendenzialmente vivono una dimensione di relazioni; i più ostili sono risultati invece i maschi più anziani e benestanti, che si fanno gli affari loro e diffidano (a meno che non ne abbiano bisogno) di coloro che si danno da fare per il bene comune: non dev’essere facile averli come vicini; fra tutti, poi, mi hanno decisamente impressionato i bitonciani: impermeabili a tutto, rifiutano persino di prendere in mano un volantino, perché le loro certezze non prevedono confronto; nella loro idea di società chi incarna ideali diversi dai loro non ha diritto di cittadinanza.

Inutile dire (ma lo dico lo stesso) che nella nostra lista e dintorni ho incontrato molti compagni e compagne simpatici e interessanti, e una persona che ho visto giorno dopo giorno crescere come un vero leader: comunque vada Arturo Lorenzoni sarà una risorsa importante per la Padova futura, peccato per chi non l’ha ancora capito.

In questi due mesi ho fatto cose che mai avrei pensato di fare: suonare ai campanelli, fermare la gente per strada, disturbare le persone ai tavoli dei ristoranti, cercare al telefono o via mail amici persi da anni, persino improvvisare un mini-comizio all’Arcella: ne hanno risentito il mio orto e i miei impegni lavorativi, ho perso un paio di chili e varie ore di sonno, guadagnato un bel colorito ma anche un herpes fastidioso (per la politica bisogna avere la vocazione, altrimenti risulta soprattutto stressante, ed essere disposti a metterci la faccia in prima persona, anche quando non è né comodo né vantaggioso).

Fra le altre cose ricordo con riconoscenza una signora che fuori da un supermercato mi ha regalato un cestino di ciliege, e con disagio una novantaduenne nostalgica che mi ha trascinato in una serrata discussione sui pregi del Ventennio…

Comunque vada (e lo sapremo fra poche ore) ne valeva la pena, almeno non dovrò rimproverarmi per non aver fatto la mia parte per far vincere l’idea di città che ho nel cuore.

OGGI PADOVA AL VOTO: ECCO COSA HO IMPARATO IN CAMPAGNA ELETTORALEultima modifica: 2017-06-11T10:42:18+02:00da
Reposta per primo quest’articolo