In questo luogo (a destra la partenza dalla Fossetta, lo scorso anno) si svolgono anche le vicende del recupero della salma del Moretto, ricostruite da Rigoni Stern nel racconto “Un ragazzo delle nostre contrade”.
di Mario Rigoni Stern*
In primavera è persino bello passare delle ore camminando lentamente nel nostro Cimitero (…)
Saluto la maestra Elisa che m’insegnò a leggere e a scrivere, don Giovanni che mi insegnava la grammatica e a far di conto, il bisavolo avvocato e patriota nel 1948; il grande nonno Toni, naturalmente, e la nonna Neni che prima di morire di sorrise e mi fece ciao; lo zio medico che amava scherzare con me e che da bambino mi curò dal vino che mi fcevano bere di nascosto i famigli; don Antonio, lo zio del nonno, che tutte le prebende della sua ricca parrocchia donava ai poveri e morì senza camicia.
Naturalmente anche mio padre e mia madre, e i miei fratelli che mi hanno preceduto. Ma quanti amici!
(…)
I merli fanno i nidi sugli alberi intorno al Cimitero e in questa stagione arrivano sempre anche i cuculi. Loro annunciano la primavera pure ai defunti, mi viene da dire; ma questo si sa non è possibile perchè loro non hanno contatto con questo mondo. Mi fa piacere pensarlo. Anche per voi sia primavera. Fioriscano le vostre tombe.
*da “Stagioni”