Ora arriva un libro a dirci che – per nostra fortuna – stiamo sbagliando tutto, e che depressione e angoscia dovrebbero essere bandite dal nostro orizzonte, per una buona serie di motivi: primo fra tutti il fatto che il mondo non è mai stato tanto pacifico quanto adesso. Il ibro si intitola “Il declino della violenza”, l’ha scritto il grande linguista americano Steven Pinker (edito da Mondadori), e l’ha recensito oggi sulla Stampa il direttore Mario Calabresi (vedi sotto).
IL MONDO NON E’ MAI STATO COSI’ PACIFICO
Pinker ricorda Rousseau, secondo cui “non c’è niente di più gentile dell’uomo allo stato primitivo”, ma sostiene che ha torto, e che ha ragione piuttosto Hobbes quando dice che “allo stato di natura la vita dell’uomo è solitaria, povera, malvagia, brutale e breve”. E lo studioso ha anche una risposta per chi ricordasse come il “secolo breve” che ci siamo da poco lasciati alle spalle sia stato segnato dai massacri
EPPURE SIAMO ANGOSCIATI: ECCO PERCHE’
Indubbiamente il libro è una boccata d’ossigeno, per noi contemporanei angosciati; ciò non toglie però che l’angoscia esista, e segni in profondità le nostre vite. Perché?
Io credo che ci siano due motivi: il primo è che avvertiamo (per la prima volta nella nostra epoca: nel passato è successo abitualmente) che stiamo (momentaneamente?) regredendo nella scala del benessere, perdendo sicurezza economica e copertura sociale: ma questo è prevalentemente l’effetto – oltre che della crisi – di una ridistribuzione della ricchezza, che per una serie di motivi storici si era accumulata nelle nostre mani occidentali, e che ora viene rivendicata anche da altri popoli del mondo. Può non piacerci a titolo individuale o nazionale, ma considerato globalmente non si tratta di un processo negativo.
OGGI SAPPIAMO TROPPO E NON RIUSCIAMO A SOPPORTARLO
La seconda ragione della nostra angoscia è che oggi sappiamo; sappiamo più di quanto possiamo sopportare. Ogni alito di modo ci arriva addosso come un tornado, quando un tempo non ne avremmo neppure percepito il sospiro; di ogni strage, ogni disastro naturale, ogni ingiustizia siamo tempestivamente informati, ed essi si sedimentano nella nostra memoria (anche se vorremmo tanto rimuoverli) con effetti devastanti sul nostro umore; e ogni sguardo in avanti, nel futuro, ci ritorna indietro come una premonizione di morte e di devastazione.
Ai credenti dovrebbe tornare alla mente la maledizione divina dopo che Adamo ed Eva
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