Insomma, avessi sentito qualcuno dire che tiene per la Germania! Altro che salire sul carro del vincitore!
Ci sarà un motivo se i tedeschi, come scrivevo qui qualche giorno fa,ma-i-tedeschi-lo-sanno-quanto-sono-diventati-antipatici-in-e.html sono diventati (di nuovo?) il popolo più odiato del mondo? Ammirati, certo, magari anche invidiati: ma amati mai!
Ma se ne rendono conto? E gliene importa qualcosa? Non vi sembra strano che il paese che ha prodotto la speculazione filosofica e la cultura più elevate al mondo, negli ultimi secoli, non sappia interrogarsi su se stesso, i propri valori, la propria immagine, il proprio ruolo nella storia? Non conosco la lingua (e spero di aver tradotto il titolo correttamente) e non leggo i loro giornali, ma non mi pare che a parte la pregevole intervista di qualche settimana fa di Joschka Fischer si sia sollevata qualche voce autocritica a ricordare che quel paese ha la responsabilità di aver distrutto due volte l’Europa, e che adesso rischia di rifarlo con le armi – fortunatamente meno cruente – della finanza. Tutto quello che i loro giornali hanno saputo proporre sono state copertine come quella della Bild, che immortala Monti, Barroso, Rumpoy, Hollande e Obama sotto il titolo “Questi vogliono i nostri soldi”.
All’indomani dell’11 settembre gli americani, con le parole – pensate un po’ – del vituperato George Bush, cominciarono a chiedersi, e a chiedere in giro, “perché ci odiano tanto?”. Poi si dettero le risposte che facevano loro più comodo, ed è finita come sappiamo. Ma almeno si sono posti il problema. Questo fa la differenza tra un grande paese, con vocazione egemone, e un paese con vocazione alla pinguedine…