IL CARROCCIO È RADICATO, E NON SCOMPARIRÀ…
La Lega però non è un partito di plastica, è radicata nel territorio grazie in particolare ai suoi amministratori, e inoltre presidia (non è secondario) migliaia di poltrone di sottogoverno, che significano soldi e consenso, per chi le occupa e per la cerchia dei beneficiari. Inoltre le sue parole d’ordine (anti-meridionalismo, anti-immigrazione, autogoverno) interpretano (di nuovo: piaccia o non piaccia) il sentimento di una parte consistente della società del Nord.
…MA PERDERÀ MOLTI CONSENSI: IN FAVORE DI CHI?
Il secondo punto è dove andranno i voti che il Carroccio perderà: una parte tornerà all’ovile Pdl, ma non credo tanti, considerato lo stato confusionale in cui versa il centro-destra orfano di Berlusconi, dilaniato dalle correnti e con un segretario non ancora legittimato. Magari ci sarà un travaso di voti verso i movimenti localisti e indipendentisti, di cui già si avverte qualche sintomo nella società, veneta in particolare: chi percorre ogni tanto la statale del Costo per Asiago avrà notato che nella prima curva c’era una casa che da sempre esponeva la bandiera della Lega e il vessillo del Leone di San Marco: ormai da parecchi mesi a sventolare sono solo le ali del Leone. Ma di segnali del genere ce ne sono molti.
Credo però che gran parte dei voti leghisti in libera uscita si trasformerà in astensione, cioè in ancora più sfiducia verso la politica, o in voto di protesta. Difficile dire, adesso, se una parte di essi potrà invece essere intercettata da qualche formazione già presente sul mercato politico (Idv? Grillini?), oppure se dall’esperienza del governo tecnico gemmerà qualche altra proposta convincente.
(1. continua)