FEDERICA MANZON E LA CADUTA DELLO SPECULATORE
Aggiungo che non ho neppure la pazienza per dedicare a un personaggio inventato le energie che servono per farlo “vivere”, prima sulla carta, poi nella mente e nel cuore del lettore: ad esempio su temi analoghi a questo, o meglio sulla loro genesi, sto leggendo il bel romanzo della giovanissima scrittrice pordenonese Federica Manzon “Di fama e di sventura” (Ed. Mondadori) finalista al Premio Campiello, che racconta (in chiave soprattutto psicologica e con grande partecipazione emotiva) l’ascesa e la caduta di uno degli speculatori che hanno contribuito a mettere in ginocchio la finanza occidentale, e quindi a dare un duro colpo alle nostre economie.
Ma a questo punto c’è anche un altro nodo che dovrei risolvere per poter portare avanti credibilmente il lavoro: cercare di capire cosa è più verosimile che accada, di qui a qualche anno, nell’economia globalizzata (compito per il quale si rivelano quotidianamente poco attrezzati persino gli economisti più illustri e i centri studi più blasonati), e di conseguenza individuarne le ricadute prima sulle economie locali, e poi sulla vita del mio protagonista, Mario Rossi, e della sua ancora ristretta famigliola, la moglie Elena e la figlie Stefania e Barbara.
L’IMPOTENZA DELLA POLITICA E IL RUOLO DELLA PSICOLOGIA DI MASSA
Intuirete da soli l’estrema variabilità degli elementi in campo, che tracimano dalle praterie dell’economia per complicarsi con questioni politiche, sociologiche, psicologiche, che sono fondamentali nell’evoluzione di questi fenomeni. Perché se la politica, anche a livello globale (da Obama, a Sarkozy, alla Merkell
Per togliermi da queste difficoltà, che sarebbero insormontabili, ho deciso di utilizzare uno stratagemma e di prendere una scorciatoia… In fondo questo è un divertissement su scenari possibili, mica un vero romanzo, e tantomeno un saggio. Alla prossima, dunque.
5. continua