LA LEGA NEL SOTTOGOVERNO: MEGLIO UNA POLTRONA OGGI CHE IL FEDERALISMO DOMANI
Ma se a livello politico la guerra per il momento si minaccia ma non si combatte, nei luoghi di sottogoverno la carneficina è già in atto da tempo, e ha fatto qualche vittima eccellente; inutile dire che ad attaccare a testa bassa, all’insegna dello slogan “meglio una poltrona oggi che il federalismo domani”, è sempre la Lega. Ad Ascopiave, la più importante multiutility del Nordest, è saltato il potente direttore generale e già presidente di provata fede galaniana Gildo Salton, sostituito già ad aprile dal commercialista Fulvio Zugno, fedelissimo di Gobbo; e per il momento si è salvato per il rotto della cuffia Francesco Borga, messo a suo tempo da Galan (pur essendo un indipendente, e per questo poco amato anche dai consiglieri del Pdl) alla guida di Veneto Sviluppo e inviso ai leghisti che vorrebbero mettere al suo posto il veronese tosiano Marco Valori. Ma la lista degli epurandi non è che agli inizi.
IL PDL SI DIVIDE, E L’ECONOMIA SI PREOCCUPA
E il Pdl? Naturalmente si divide, fra un Galan che minaccia sfracelli, un Brunetta che abbozza e un Tremonti che addirittura condivide i successi leghisti (come nell’improvvida apparizione all’inaugurazione dei ministeri padani a Monza). I soci privati e l’imprenditoria in genere invece guardano preoccupati a questo spoil system selvaggio di marca leghista, che sfianca le aziende para-pubbliche e impedisce loro di sviluppare in pieno le rispettive strategie. Ma la domanda è: come possono governare efficacemente una regione complessa come il Veneto due forze politiche divise su tutto e impegnate a combattersi sui più diversi fronti, invece che a trovare soluzioni condivise?