“Caro Frigo, allora, a un anno di distanza, ti sei ricreduto su di me e sulla Lega?”
Firmato: Luca Zaia
Caro governatore,
Cosa ne penso io, ho immaginato che mi chieda ora, un anno dopo la sua elezione e il mio libro in cui spiegavo perché non ce la facevo proprio a diventare leghista?
LEI SI PROMUOVE GIA’ A PIENI VOTI, IO VEDO UN PASSO APPESANTITO…
Forse la sorprenderò, e forse deluderò qualcuno dei miei amici di sinistra, ma io penso che, di questi tempi, un anno sia molto poco per giudicare compiutamente i risultati di un’amministrazione. Buon per lei se – fatto il debito auto-esame – ritiene di potersi promuovere a pieni voti. A me pare in verità una valutazione un po’ troppo auto-indulgente, soprattutto alla luce delle tante aspettative seminate durante la campagna elettorale (e stiamo ancora aspettando le ricadute del federalismo); vedo la sua azione un po’ appesantita, tipica di chi si propone come sprinter ma invece deve scalare dei passi dolomitici, perché questo dev’essere amministrare oggi… E inoltre registro la tipica difficoltà di guardare avanti e lontano propria di un partito (qui concordo con De Michelis) che si caratterizza invece per una visione “ristretta e di breve periodo”, tutta legata agli umori basilari dei propri elettori: ne deriva anche la difficoltà nel fare sintesi fra le diverse istanze che nascono dai territori, visto che il localismo esasperato alimenta spinte che mal si conciliano con la realizzazione di grandi interventi strategici che nell’immediato (vedi il percorso della Tav) determinano qualche disagio per alcune aree o alcune categorie.
… MA SO CHE AMMINISTRARE RICHIEDE TEMPI LUNGHI
Ma in generale, per quanto mi riguarda, proprio perché mi sono chiare le difficoltà e i tempi lunghi del governare, mi impongo di sospendere il giudizio sul suo operato, in attesa di vedere qualcosa di più sul piatto della bilancia.
Non posso esimermi però dal valutare il suo stile di governo, le parole d’ordine che si è dato, le priorità che é sembrato assumere come guida della sua azione, e anche l’impronta comunicativa, che ha sempre avuto un’importanza decisiva (e continua ad averla: si vedano le sue uscite sulle fiction televisive… anti-venete) nella sua azione. Ebbene, qui sì ci sarebbe molto da dire. Ma niente paura, ho già scritto un libro su di lei, e non intendo fare il bis.
UN GOVERNATORE “ORTODOSSO” E I “DO SCHEI DE MONA”
Mi limiterò dunque a sintetizzare un concetto portante, a partire da quello che su di lei avevo scritto proprio in “Caro Zaia…” E qui posso dire che Lei non mi ha deluso, perché ha agito, in buona sostanza, nel modo che mi aspettavo: un “manager ortodosso”, l’avevo definita, si ricorda? Nel senso di un leghista che pur senza mai assumere i toni beceri che molti nel suo partito prediligono, non li ha quasi mai rinnegati, né ha mai assunto posizioni eccentriche, o quanto meno autonome, rispetto alle parole d’ordine di via Bellerio. Anzi no, in verità un’uscita estemporanea c’è stata, appena eletto, sulla diffusione della pillola abortiva… stoppata con decisione da Bossi e mai più riesumata.
Per il resto, allineato e coperto. Lo si è visto da subito sulla ritardata composizione della giunta, e più di recente sulla questione delle celebrazioni del 150enario dell’Unità d’Italia, laddove il suo concorrente alla corsa in Regione, Flavio Tosi, nel nome della rappresentanza istituzionale, ha saputo assumere atteggiamenti ben più coraggiosi dei suoi. E le volte che pronunciarsi in un modo o nell’altro sarebbe inevitabilmente risultato scomodo o impopolare, Lei ha ricordato (e scusi l’irriverenza) il tipico motto delle campagne venete “meio ‘ver do schei de mona in scarsea che passar par massa svejo”, che sarà poco “governatorile” ma al momento paga…
PRIMA DI TUTTO LEGHISTA E SINDACALISTA DEL VENETO
Ecco, caro governatore, questo le avrei scritto se Lei mi avesse davvero rivolto la domanda che ho citato all’inizio. Porti pazienza, sa, fra due giorni è il primo aprile… E buon lavoro.
S.F.