Poi, a mente fredda, ho capito che dietro questa storia c’è tutta l’Italia berlusconiana, la spettacolarizzazione della nostra vita, la deregulation totale, il capriccio del potente… e anche il pressappochismo di tutto un mondo politicamente corretto, di cui fanno parte anche alcune fra le migliori menti d’Italia.
Per chi non l’avesse letto sul Gazzettino, ecco l’articolo in questione.
Dicevo dunque che questa vicenda è un paradigma del berlusconismo perché nasce, si sviluppa e probabilmente si avvia anche a conclusione nel totale disinteresse per le regole e le competenze, in un’attenzione esasperata per il particolare e nell’indifferenza per le questioni generali, su cui dovrebbero invece concentrarsi le energie di chi governa: cioè salviamo i colibrì (che peraltro non corrono alcun rischio, traslocando in Olanda: altrimenti quanti ne sarebbero morti quando li hanno portati qui dal Perù?) ma lasciamo degradare l’ambiente… Non a caso a sensibilizzare il premier sul problema degli uccellini esotici di Miramare è stato quel Vittorio Sgarbi che è pure bravo, ma di suo è appena diventato soprintendente al Polo Museale di Venezia con una procedura surreale che ha ignorato diritti maturati, competenze professionali e compatibilità economiche dello Stato.
“GHE PENSI MI”: E STAVOLTA APPLAUDONO ANCHE A SINISTRA
Messo al corrente della vicenda dunque Berlusconi, come un sovrano del passato, alza il telefono e chiama, invece che i suoi ministeri e i funzionari statali competenti, il responsabile (indagato) del Centro colibrì, per rassicurarlo: “ghe pensi mi!” E tutto questo incurante delle disposizioni del suo ministro (la Prestigiacomo), delle contestazioni della magistratura, delle relazioni (e relativo ordine di sgombero) dei soprintendenti ai beni storici e artistici (l’attuale ma anche un predecessore), di cui parlo nell’articolo allegato. A commuoverlo,
Inevitabile il plauso del pubblico – opportunamente sensibilizzato da decine di servizi televisivi (e persino dal blog di Beppe Grillo) sui poveri animaletti “in pericolo” – compresa l’agguerrita Margherita Hack: d’altronde come non commuoversi e non mobilitarsi a tutela dei piccoli volatili,minacciati dal Moloch statale, che si presenta sotto le vesti occhiute dei forestali, dei funzionari del ministero dei Beni Culturali e dei magistrati?
A COSA PORTA LA VIOLAZIONE SISTEMATICA DELLE REGOLE
Interrogandomi sul perché una vicenda così marginale ha finito per suscitarmi irritazione e fastidio (e vi assicuro, non ho nulla contro i colibrì), e sul perché in generale sono così attaccato ad un rispetto delle regole e delle competenze che oggi appare tanto vecchio e superato, ho trovato una piccola risposta “di sinistra”, che vi sottopongo: le regole, e più in senso stretto le leggi, sono (anche) una forma di tutela (assicurata dalla collettività) del cittadino più debole, che non potrebbe difendersi altrimenti, dai soprusi del più forte: il quale infatti di fronte ai limiti che esse gli impongono, scalpita, protesta, attiva legioni di avvocati per fare comunque quello che gli pare. E come in tutte le società individualiste e populiste anche in Italia tanti cittadini comuni sono insofferenti delle regole e delle leggi perché ritengono, imitando il potente di turno, di poter beneficiare dell’anarchia che ne consegue: non sanno che in realtà in questo modo gli consentono tutti i soprusi, ed essi stessi vi si consegnano indifesi.