Vediamo perchè: la Lega non ci crede davvero, consapevole dei problemi giuridico-amministrativi che questo percorso comporta (su questo tornerò dopo), però le faceva comodo poter dire di averci provato, meglio se in beata solitudine. Gli alleati del centro-destra però non potevano lasciare al Carroccio l’esclusiva dell’iniziativa referendaria, e quindi prima hanno provato a convincere la Lega a far mancare alcuni voti per bocciare l’idea, e alla sua risposta negativa hanno deciso di votare a favore anch’essi.
Questo non significa però che il referendum si farà. Cosa accadrà infatti adesso? Ci sono due ipotesi: una più radicale sostiene che – data la palese incostituzionalità di un referendum che mette in discussione l’unità nazionale sancita dalla Costituzione – il Presidente della Repubblica potrebbe sciogliere immediatamente il Consiglio Regionale che l’ha votato; la seconda, più soft, dice invece che Napolitano si limiterà ad impugnare la delibera davanti alla Corte Costituzionale, che a sua volta la boccerà, impedendo comunque lo svolgimento del referendum.
In entrambi i casi è palese la perdita di tempo e le ricadute negative che questo voto comporta.