Renzi, senza assolutamente scusarsi, a proposito della sua “battuta” la iscrive all’area dello scherzo, del sorriso, della leggerezza. Sbaglia due volte, e lo dico con rammarico: “Fassina chi?” è un insulto vero e proprio, non una battuta: sottintende che l’avversario non è nessuno. Altro che leggerezza! In questo senso si fa fatica a considerare accettabile una frase del genere anche nei confronti di un nemico politico. Tanto meno lo è – ed è il secondo errore – se viene scagliata dal segretario nei confronti di un suo “compagno” di partito, non importa se vice-ministro o semplice iscritto: si tratta di una delegittimazione totale e assoluta, e bene ha fatto Fassina a presentare le dimissioni: altro che “problemi autoreferenziali dei gruppi dirigenti” come scrive Renzi.
Se questo è il “nuovo” che cambierà il “verso” della politica, grazie, preferisco il vecchio.