CHI SA FAR SOGNARE E CHI SA GOVERNARE
Al di là del gioco dei riferimenti (è Veltroni il leader cinefilo? Oppure Bersani, con la sua seriosità?) e al di là delle risatine sui tristi vezzi del gemello n. 1 e sulle bizzose manie del n. 2, rimane inevaso l’interrogativo che pervade tutto il film (e il libro), e che va ben oltre le sorti del Pd: perché non si riesce mai a comporre il dissidio fra passione e affidabilità? Perchè in politica la ragionevolezza non paga, e a vincere è quasi sempre (almeno in Italia) l’imbroglione di genio? Oppure quella che chiamiamo ragionevolezza è invece solo “la prudenza più stagnante” (cit. Lucio Battisti), e la difesa dello status quo? E sarà mai possibile vedere riunita in una sola persona la capacità di scaldare i cuori degli elettori e quella di governare i complicati processi amministrativi, di guadagnare e conservare il consenso e insieme rispettare le compatibilità economiche e gli obblighi internazionali del paese?
Il film questo non lo dice.