L’impressione è che all’opinione pubblica la vicenda appaia come uno scontro tra due caste, in cui la prima, quella con la C maiuscola, cerca di far pagare alla seconda – la nostra – non tanto il fatto di aver compiuto il proprio dovere di “cane da guardia” del potere, ma di aver tradito il proprio ruolo storico di “amico fedele” del potere.
ESSERE CONTIGUI AL POTERE SENZA DIVENTARNE COMPLICI
Certo non è facile essere contigui ai potenti senza diventarne complici.
Come categoria dovremmo cominciare a riflettere a fondo su questo aspetto, e chiederci in particolare quanto siamo stati all’altezza delle giuste richieste che arrivano dalla comunità dei lettori: la qualità degli articoli, la libertà e l’indipendenza delle opinioni, la capacità di interpretare i fenomeni sociali, la trasparenza rispetto alle proprietà e agli inserzionisti.
GIORNALISMO AUTOREVOLE E GIORNALISMO “FAI DA TE”
Solo la serietà, l’impegno, l’assunzione di responsabilità, la cura della scrittura, l’approfondimento e l’aggiornamento (culturale e tecnologico) possono aiutare il “vecchio” giornalismo a tornare ad essere “giornalismo autorevole” e a reggere l’urto del giornalismo on line o del “citizen journalism”, che assieme a tanti pregi spesso presentano anche nuovi, pesanti problemi di approssimazione, inaffidabiità e manipolabiltà, mascherati dalla velocità dell’approccio e dalla capacità di interpretare i “mainstream” della pubblica opinione.
PER IL SETTORE UN FUTURO SEMPRE PIU’ DIFFICILE
En passant, dopo l’ondata di ristrutturazioni e pre-pensionamenti il settore della carta stampata (e delle televisioni locali) è di nuovo, pesantemente in crisi, con perdite consistenti di copie vendute, ascolti e inserzioni pubblicitarie, calate del 22% tra il 2007 ad oggi (meno 3 miliardi), e del 12% solo quest’anno. Molti giornali e molte emittenti preparano pesanti ristrutturazioni e, checchè ne dica Grillo, questo non è un bene per la democrazia.
PS: L’ultima a “saltare” è l’emittente vicentina Canae 68, che ha annunciato la chiusura delle trasmissioni e il licenziamento dei suoi otto dipendenti.