Già nelle scorse settimane Vicenza aveva stupito tutti inaugurando una stagione teatrale affidata nientemeno che al grande regista lituano Nekrosius, e con una sua prima mondiale. In questi giorni poi, come scrivo nel pezzo pubblicato oggi sul Gazzettino, che riproduco sotto, in città è tutto un fuoco d’artificio di iniziative culturali, collegate all’evento clou della riapertura della Basilica Palladiana appena restaurata. Fra queste la straordinaria mostra “Raffaello verso Picasso”, che con 100mila biglietti già prenotati si avvia ad essere uno degli eventi clou dell’arte nazionale dei prossimi mesi. Un evento che potrebbe rovesciare l’immagine stessa della città, che pur essendo storicamente e naturalmente “palladiana”, da sempre deve fare i conti anche con la nomea di “sagrestia d’Italia” supportata anche dal gentile incombere su di essa di un’altra Basilica, quella della Madonna di Monte Berico. (Un po’ come avviene nella vicina Padova, capitale dell’arte nota nel mondo soprattutto come la “città del Santo”).
LA BASILICA CHE I VICENTINI ORA CONDIVIDONO CON IL MONDO
L’impressione è che in questi giorni e – complice la secolarizzazione che investe anche la bianca Vicenza – probabilmente anche per il futuro, il monumento laico abbia conquistato il gradino più alto nel Pantheon sentimental-identitario dei vicentini. Dopo cinque anni di restauri, infatti, e una spesa superiore ai 20 milioni di euro, la Basilica realizzata da Palladio superando in eleganza il modello padovano del Palazzo della Ragione, è tornata ai vicentini, assieme al vicino Palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca, e al nuovo Palladio Museum a Palazzo Barbaran da Porto.
UNA STRAORDINARIA MOSTRA DI RITRATTI
L’intuizione del Comune è stata infatti di affiancare all’inaugurazione una grande mostra – affidata all’esperienza di Linea d’Ombra e alla passione di Marco Goldin – che ha portato nel salone al primo piano della Basilica 86 capolavori della pittura di tutti i tempi, provenienti dai musei di mezzo mondo, per un valore complessivo di un miliardo di euro. “Raffaello verso Picasso” racconta “sguardi, volti e figure” ritratti dalla classicità rinascimentale alle inquietudini del ’900, testimoniate oltre che da Freud, Balthus, Bacon, dagli straordinari dipinti di Andrew Wyeth o di Antonio Lòpez Garcia, unico artista vivente presente nella rassegna.
Rispondendo a qualche polemica per l’ingente investimento pubblico (venuta ad esempio dal consigliere di Ornaghi Franco Miracco) Variati ha detto che questa è un’operazione che valorizza la cultura come volano del turismo e quindi dell’economia, e al tempo stesso una scelta di democrazia, perché «ben pochi vicentini avrebbero potuto vedere nella loro vita tali capolavori sparsi nei musei di tutto il mondo».
I TESORI RIEMERSI DALLE CANTINE DI PALAZZO CHIERICATI
E se tra ieri e venerdì sera la mostra in Basilica è stata già visitata da 4000 persone, un altro migliaio sono stati coloro che si sono riversati nei musei cittadini. Infatti affinché lo straordinario afflusso dei prossimi mesi (fino al 20 gennaio, poi la mostra andrà a Verona) non rimanga un episodio, il Comune ha fatto coincidere l’inaugurazione della Basilica con quella di Palazzo Chiericati, nei cui sotterranei sono stati liberati dai detriti delle alluvioni del Bacchiglione, “sigillati” contro le future esondazioni e perfettamente restaurati nuovi suggestivi spazi espositivi, che ospitano una mostra speculare, ma del tutto autoctona, dal titolo “Cinque secoli di volti”: il racconto di “una società e la sua immagine” attraverso le opere del museo stesso, da prima degli interventi del Palladio fino all’intelligente rilettura dei suoi luoghi di un altro grande figlio di Vicenza, Neri Pozza, in occasione del centenario della nascita.
E a poche decine di metri il Cisa Palladio dedica al suo nume tutelare un nuovo, avveniristico museo. http://www.palladiomuseum.org/ Perché Palladio, si sa, è un nome che apre porte in tutto il mondo.