La piccola disavventura che mi è capitata a Roma (lo so che è piccola, rispetto a quello che accade intorno, ma lo stesso il disagio che mi crea è notevole) e la discussione sul mio post di ieri mi hanno fatto comprendere la vera e propria rivoluzione che si sta realizzando attorno a noi a partire dal rapporto con le tecnologie, che continuiamo – erroneamente a mio avviso – a considerare dei meri strumenti al nostro servizio.
UN MONDO MODIFICATO DALLA TELEVISIONE
Già qualche anno fa Gianluca Nicoletti
IL TELEFONINO E’ UNA PROTESI DI CUI NON POSSIAMO PIU’ FARE A MENO
A pensarci mi pare però che il cellulare ci stia cambiando ancora di più, intervenendo sulla nostra stessa natura di individui. Che cos’è infatti, per davvero, un telefonino? Ieri ho citato le decine e decine di funzioni che esso è in grado di esercitare, ma se analizziamo la cosa un po’ più in profondità scopriamo che esso tende sempre di più a diventare una protesi, della cui importanza ci accorgiamo solo quando (come capita a me in questi giorni) ne rimaniamo privi.
SIAMO UOMINI DAI SENSI POTENZIATI…
L’uomo col telefonino è come se avesse potenziato i propri sensi, se non addirittura sviluppato di nuovi, artificiali. Non solo egli è in grado di ascoltare le voci da più lontano (come con un normale telefono fisso), o di fissare ogni suo momento e ogni sua emozione nell’istante stesso in cui si manifestano (foto, video, note vocali, chat), ma soprattutto può accedere a servizi e informazioni che finora non erano disponibili (tramite le applicazioni per la realtà aumentata, mappe geolocalizzate di bancomat, distributori, ristoranti o quant’altro), può avere risposta immediata a qualsiasi domanda gli venga in mente (tramite collegamento internet), trovare rapidamente informazioni su chi gli sta di fronte, e “percepire” (di nuovo tramite le applicazioni dei social network) se nella vicinanze si sono dei suoi “amici”, controllare e farsi controllare: in sostanza egli è in grado di recepire e metabolizzare una quantità di stimoli infinitamente superiori a quelli che raggiungevano fino a ieri le persone normali, e questo fenomeno sarà sempre più esteso nel prossimo futuro, quando a “parlarci” non saranno solo i monumenti artistici o i servizi, ma gli stessi oggetti, a partire dagli elettrodomestici.
Perchè lo facciamo? Perchè è comodo e piacevole, suppongo.
… MA DAI SENTIMENTI RATTRAPPITI
Contestualmente a questa immersione nella realtà virtuale, però, l’homo telefonicus trasferisce al cellulare fette della sua memoria e della sua esperienza, trovandosi poi totalmente inerte di fronte alla sparizione dell’aggeggio. Da un lato, quindi, l’uomo moderno è virtualmente “aumentato”, dall’altro è in parte “indebolito”.
Come sa chi visita questo blog, io da qualche tempo ho cominciato ad occuparmi di queste nuove tecnologie, perchè ne vedo le enormi potenzialità. Ma al tempo stesso non smetto di registrare i rischi di questa massiccia diffusione di tecnologia (anche se poi sono il primo a cascarci): non vorrei che dopo aver imparato ad apprezzare la geo-localizzazione del cellulare, smettiamo di guardare le stelle, che dopo aver chattato e socializzato su Facebook, non abbiamo più tempo per parlare a tu per tu con le persone.
C’è chi sostiene addirittura che nel passato l’uomo avesse delle facoltà telepatiche e preveggenti: se oggi le ha completamente perdute è perchè a suo tempo non le ha adeguatamente coltivate.