A questo ho pensato ieri leggendo della sentenza con cui il Tribunale di Torino ha condannato Corrado Formigli,
Rai_Fiat_risarcimento_milionario_co_9_120222048.shtml
UNA SENTENZA CHE IMBAVAGLIA L’INFORMAZIONE
Osservo che con questa sentenza nessun giornalista si sentirà libero d’ora in avanti di impegnarsi in inchieste potenzialmente scomode per i poteri forti del Paese, e nessun editore si sentirà abbastanza forte per sostenerlo. Non dico che i giornalisti debbano essere liberi di scrivere qualsiasi cosa, anche apertamente diffamatoria, senza risponderne anche in solido, ma credo che imporre il pagamento di una somma di questo genere costituisca oggettivamente un atto intimidatorio contrario alla libertà di stampa.
LA STRATEGIA “PADRONALE” DELLA FIAT
Tutto questo sembra corrispondere bene, purtroppo, alle strategie recenti della Fiat, che sta provocando una semplificazione in senso aziendalista e padronale delle relazioni sociali e politiche che non corrisponde alla complessità del sistema paese. Marchionne cerca ora di imporre per via giudiziaria quello che per decenni la Fiat ha ottenuto (una copertura informativa sempre positiva) foraggiando giornalisti compiacenti con viaggi e auto in uso gratuito, come ha denunciato ieri sera Enrico Mentana.
Gli sfugge, evidentemente, che in una società moderna il consenso (e quindi anche le vendite del proprio prodotto) si ottiene con il confronto e la trasparenza, e con un atteggiamento amichevole e non militaresco nei confronti del contesto in cui si opera. Altrimenti, come per il giocatore di poker stra-ricco, potrà portarsi a casa la posta in gioco, ma non troverà più nessuno in Italia disposto a “giocare” con lui, ovvero a comprare le sue auto.