Invariabilmente, a ognuno di questi guai, ci sarà chi alzerà la voce e griderà in strada “vergogna” e “dimissioni”, mentre decine di televisioni rilanceranno le proteste nell’etere! Invariabilmente ci sarà chi urlerà perché non si sono fatte le manutenzioni, non si sono accese le luci, non si sono riempiti i buchi. Tutto giusto, tutto vero, tutto molto umano: ma le risorse, dove sono? E la collaborazione (e la responsabilità) dei cittadini?
CAPRI ESPIATORI DI UN MALGOVERNO COLLETTIVO
Poi magari però quelli che urlano adesso sono gli stessi che votano per tagliare i finanziamenti agli enti pubblici, che non pagano le tasse, che buttano rifiuti e masserizie negli argini, che costruiscono baracche e case nelle golene e si mobilitano contro i vincoli edilizi e le demolizioni, invocando i condoni di cui questo governo è così prodigo. Basta guardare quei torrenti chiusi dentro argini strettissimi, strade, parcheggi e veri e propri grattacieli, costruiti nel corso dei decenni, per rendersi conto che il malgoverno del territorio è una responsabilità collettiva, oltre che una colpa della politica che per essere complice ha rinunciato ad essere responsabile.
La gente ha sempre bisogno di qualcuno a cui attribuire le colpe delle tragedie, per esorcizzare il proprio dolore, o addirittura rimuovere le proprie responsabilità. E i sindaci sono i capri espiatori ideali.