I due ex patriarchi non potrebbero essere più diversi, per carattere, stile, anche attitudini culturali e politiche (anche se il filo-ciellino Scola vanta un padre vigorosamente socialista, e a sua volta da giovane simpatizzava per la sinistra), ma nella vita di Chiesa a volte prevale il senso di comunità, che fa mettere da parte antipatie, gelosie, reciproci sospetti…
Detto questo va registrato come nonostante Scola non sia stato fra i patriarchi più amati a Venezia (a differenza dallo spirituale, pastorale, ascetico Cè) non c’è stata nessuna voce che abbia pronunciato nei suoi confronti delle valutazioni minimamente critiche: neppure coloro che ne lamentavano (in privato) l’eccessiva “prodigalità” o la scarsa vocazione pastorale. Al massimo gli “antipatizzanti se ne sono stati zitti. In Italia su certi temi e certe persone prevale ancora un’ipocrita prudenza, invece che il piacere di un vigoroso confronto.
A questo proposito vi ripropongo il commento che avevo scritto a giugno, al momento dell’annuncio dell’imminente addio di Scola a Venezia.
angelo-scola-a-milano-i-chiaroscuri-dei-suoi-anni-a-venezia.html