Se questo mi appare come un segno positivo di laicizzazione della società, non riesco a non vederne anche i risvolti negativi, perché lo percepisco come un sintomo di frammentazione culturale e sociale, di perdita del senso di comunità, di relativismo etico e valoriale. Non sto dicendo, sia chiaro, che dovremmo tutti tornare alla Fede, ma che mi sembrerebbe positivo confrontarsi (anche duramente) con i valori che da essa derivano, e con le istituzioni che ad essa si richiamano.
DALL’ANTICA APPARTENENZA ALLA COMUNITÀ ALLA FRAMMENTAZIONE DEL PRESENTE
Essere totalmente immersi nella melma gelatinosa di una quotidianità frivola, gaudente, individualistica e inconsapevolmente dis-perata, non è un grande vantaggio per nessuno, né per i singoli individui né per la comunità nella quale volenti o nolenti essi si organizzano.
Oltretutto gli appelli alla valorizzazione del pluralismo religioso e culturale, all’accoglienza solidale, al tornare ad essere ponte fra Est e Ovest e Nord e Sud – lanciati ieri dal Papa ad Aquileia – appaiono particolarmente significativi in una regione a vocazione sempre più grettamente localista ed economicista, nella quale i valori della sinistra, ad esempio, non riescono ad attecchire.
IN TANTISSIMI ALLA MESSA, MA PERCHÉ È UN EVENTO MEDIATICO
Quella di oggi è una tappa, insomma, che può anche chiudersi qui. E dal mio punto di vista si tratterebbe di un’occasione perduta.