Non si tratta di una buona notizia, perché denota una chiusura della nostra società e il venir meno delle condizioni per l’inserimento di forze nuove nel tessuto sociale e di stabilizzazione demografica di cui c’è estremo bisogno: stando agli studiosi padovani Stefano Allievi e Gianpiero Dalla Zuanna con l’attuale andamento demografico per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64 anni) nei prossimi 20 anni dovrebbero entrare in Italia ogni anno 325mila potenziali lavoratori, altrimenti nel 2037 la forza lavoro sarà calata da 36 a 29 milioni, a mano a mano che i baby boomers nati negli anni 1955-1975 andranno in pensione; senza contare che la riduzione degli iscritti – per il momento soprattutto alle materne ed elementari – avrà come conseguenza, nei prossimi anni, anche la riduzione del numero di insegnanti.
Con tutto questo – per motivi meramente ideologici – la Regione e i comuni leghisti continuano a sfornare norme che per arginare un’immaginaria invasione straniera eliminano le iniziative di inserimento (come i mediatori culturali a Padova) e bloccano l’accesso ai non veneti a ogni tipo di welfare, come quella che per l’iscrizione alle scuole materne ormai vuote prevede la precedenza ai bambini di famiglie residenti e occupate nella nostra regione da almeno 15 anni.