Sergio Frigo

VIVERE SCRIVENDO LIBRI: GIOVANNI COCCO, PRECARIO DI SUCCESSO AL PREMIO CAMPIELLO

Sto leggendo i libri finalisti al Campiello, e nei giorni scorsi a Venezia ho incontrato quattro dei cinque finalisti (mancava Ugo Riccarelli, autore de “L’amore graffia il mondo), che hanno aperto all’Istituto Veneto il loro tour fra varie città italiane. Per motivi deontologici non commenterò il valore dei romanzi fino all’esito finale, ma confesso che mi ha colpito – sia pure, al momento, per motivi extra-letterari – il più giovane di tutti, Giovanni Cocco, di 36 anni, autore peraltro di un libro già di per sé impattante per l’ambizione del suo impianto: “La Caduta”, Ed. Nutrimenti, racconta la crisi dell’Occidente mettendo insieme gli eventi più drammatici di questi anni, entro un quadro apocalittico che si rifà alla grande filosofia e alla grande pittura.

«L’Italia non è un paese per giovani», dice lo scrittore alla luce di un’esperienza di precariato comune a tanti coetanei; anche se gli eventi degli ultimi mesi stanno smentendo drasticamente il suo pessimismo. Dopo una vita a fare praticamente tutti i mestieri, dal lavapiatti al venditore di cartelle in sale bingo, dall’imbianchino all’agente immobiliare (anche per pagarsi la difesa in un processo per diffamazione intentatogli da un politico leghista, in cui è stato appena assolto) Cocco ha visto infatti improvvisamente girare in suo favore la ruota della fortuna: dopo l’accettazione, da parte dell’editore Nutrimenti, del suo romanzo su cui aveva lavorato 5 anni e che aveva avuto 30 rifiuti, è arrivato anche il si ai tre volumi del seguito, e soprattutto la pubblicazione e l’acquisto da parte di 9 importanti editori stranieri (dall’Europa al Sud America) dei diritti del suo nuovo giallo “Ombre sul lago” (Guanda) scritto con la moglie Amneris Magella, medico legale; «più un libro a sorpresa con Feltrinelli – chiosa lui – così ora finalmente vivo di diritti d’autore”.

 

VALERIO MAGRELLI E UN PADRE INGOMBRANTE

Con una storia così Cocco rischia di oscurare i suoi più famosi colleghi, che pure contano nel loro “palmares” magari un’altra finale di Campiello e una vittoria allo Strega, come Ugo Riccarelli, oppure prestigiosi riconoscimenti per la poesia e la critica, come Valerio Magrelli, che nel suo libro (“Geologia di un padre”, Einaudi) ha raccontato il suo confronto «con un padre vissuto al confine del Medio Evo. Noi cinquantenni siamo stati la prima generazione a fare cose come lavare i piatti o cambiare i pannolini ai figli, per i quali mio padre sarebbe inorridito. Io ho avuto per lui un amore sconfinato, ma pieno di dissidenze. E ora c’è una sorta di staffetta generazionale con mio figlio, col quale forse c’è un’analoga distanza: anche se io penso che noi siamo stati genitori migliori dei nostri».

FABIO STASSI E IL PATTO DI CHARLOT CON LA MORTE

Anche Fabio Stassi ne “L’ultimo ballo di Charlot” (Sellerio) ha messo al centro del suo libro il rapporto fra un padre e un figlio, un anziano Charlie Chaplin che fa un patto con la Morte: se riuscirà a farla ridere avrà diritto a un altro anno di vita, per raccontare la sua fantasmagorica esistenza a suo figlio piccolo: «Per lui Charlot costruisce una specie di scatola magica, nella quale riversa l’esperienza e la fantasia del suo cinema. Scrivendolo mi sono divertito molto, accostando la sua figura a quella di uno dei più bei personaggi della letteratura italiana, Geppetto, che è l’incarnazione del desiderio di paternità».

BEATRICE MASINI, DA HARRY POTTER ALLA BOTANICA DEGLI AFFETTI

Beatrice Masini ha trascorso gran parte della sua vita letteraria sul confine fra i mondi dei bambini e degli adulti. “Tentativi di botanica degli affetti” (Bompiani) è il suo primo libro per adulti dopo ben 60 titoli per bambini (più innumerevoli traduzioni, fra cui Harry Potter). La sua protagonista è stata una bimba molto amata da un padre prematuramente scomparso, e quando nella casa nobiliare in cui va a dipingere delle piante (siamo nella Milano dell’800 che assomiglia all’Inghilterra di Jane Austen e delle sorelle Bronte) incontra una servetta trovatella – elegante, intelligente e sensibile – si impegna a ricercarne le origini, finendo per combinare dei guai. «Tanti anni di scrittura per bambini mi hanno abituato – spiega – a un’osservazione minuziosa della realtà (che loro vedono… dal basso): un’attenzione al dettaglio che diventa importante anche scrivendo per gli adulti».

UGO RICCARELLI, L’AMORE INCONDIZIONATO DI UNA MADRE

Anche in “L’amore graffia il mondo” di Ugo Riccarelli (Ed. Mondadori) il centro è una storia familiare, l’amore sterminato di una madre nei confronti di un figlio malato, che la porta a rinunciare ai suoi sogni e alla sua femminilità.

 

Evidentemente la famiglia, con le sue relazioni problematiche ma evidentemente in qualche modo appaganti, continua a essere il palcoscenico privilegiato della nostra letteratura, e lo specchio della nostra attuale, difficile, situazione sociale.

VIVERE SCRIVENDO LIBRI: GIOVANNI COCCO, PRECARIO DI SUCCESSO AL PREMIO CAMPIELLOultima modifica: 2013-07-04T11:50:03+02:00da
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