DANNI ESTETICI E DANNI ECONOMICI (FRANE E ALLUVIONI)
I danni più evidenti sono quelli estetici, con la trasformazione del paesaggio verde in un agglomerato continuo di case, strade, capannoni.
LA PREVALENZA DELL’INTERESSE INDIVIDUALE SU QUELLO COLLETTIVO
È una triste eredità quella che consegnamo ai nostri figli! Ma perché accettiamo tutto questo? La risposta è semplice: perché prevale l’interesse individuale immediato, rispetto a quello collettivo e a lungo termine. Perché 100 metri quadrati di terreno con sopra una baracca, valgono molto di più di 100 metri vincolati a verde. Figuriamoci quando c’è di mezzo la grande speculazione che magari ha dei milioni di dubbia provenienza da investire! E costruire porta lavoro, quindi consenso fra coloro che ne beneficiano a breve termine. I costi di tutto questo invece li scopriremo solo più avanti, quando sarà troppo tardi per rimediare, e a farsene carico dovrà essere l’intera comunità, e non certo coloro che hanno guadagnato a suo tempo costruendo.
NESSUN NUOVO METRO QUADRO CEMENTIFICATO SENZA UN NUOVO METRO DI VERDE
Come se ne esce? Bisognerebbe che mobilitazioni anche emotive come quella di Asolo in questi giorni riuscissero a trasformarsi da un lato in comportamenti individuali improntati ad un’ecologia della vita quotidiana (trasporto collettivo, meno sprechi, riciclo, etc), e dall’altro in un sentimento collettivo capace di influenzare la politica, costringendola a compiere scelte più selettive sulle opere che davvero servono alla collettività, e magari a introdurre delle misure compensative per cui ad ogni metro quadro edificato o asfaltato corrisponda un metro quadro riportato a verde. In fondo ci sono zone in Germania (ad esempio tra Stoccarda, Francoforte, Dusseldorf) che viste sulla cartina sembrano un’unica conurbazione, e se ci passi in mezzo sembra di attraversare un parco: segno che si possono conciliare infrastrutture efficienti, sviluppo industriale e tutela del paesaggio.
Purtroppo noi abbiamo accumulato su questo terreno almeno cinquant’anni di errori, e con gli attuali chiari di luna rimediare appare un’utopia. Ma almeno non farne di nuovi!