Lei sotto sotto ne è convinta: ci sono piante che la chiamano. A loro modo, naturalmente, con il profumo. D’altra parte è difficile trovare qualcuno che le ami più di lei. A quarant’anni (ora ne ha una sessantina, portati benissimo), dopo un viaggio nella natura lussureggiante del Messico, ha mollato la sua vita precedente e la sua proficua attività di designer per mettersi sulle loro tracce. E loro amano farsi scoprire da lei.
A TU PER TU CON LE PIANTE PIÙ IMPORTANTI DEL NOSTRO PAESE
UN PROGETTO E UN SITO DA NON PERDERE
La sua attività è ben descritta nel bellissimo sito www.ascuoladaglialberi.net, in cui Anna racconta i suoi amici, elenca i più significativi fra di loro, illustra i molti modi con cui essi ci possono aiutare a migliorare la nostra vita, e i vantaggi di un’adesione più piena ai dettami della natura.
Con i libri, le mostre, le conferenze e con qualche consulenza ambientale e naturalistica, Anna riesce (negli ultimi anni con fatica) a mantenersi e a girare col suo camper, ma a sostenerla è prima di tutto la convinzione di avere una missione da portare avanti, riassunta nel titolo del progetto che ha varato nel 2002 e che dà il nome al sito: “A scuola dagli alberi”, appunto. «Dopo quel viaggio in Messico, a contatto con una natura maestosa – racconta – mi sono resa conto che tutti noi, anche le persone più colte, conosciamo ben poco della natura, e questo è il motivo per cui la maltrattiamo tanto, e questa è la fonte di molti dei nostri mali. Ho pensato che la qualità della nostra vita potesse migliorare proprio affidandoci agli insegnamenti di questi maestri, gli alberi, che sono essenziali per migliorare il clima, risanare gli ambienti, aiutare la psiche umana».
GLI ALBERI PIÙ ANTICHI D’ITALIA, I PIÙ GRANDI, I PIÙ INTERESSANTI
Ma l’albero dalla storia più bella è, secondo la scrittrice-botanica, la magnolia dei giardini pubblici di Gorizia, che fu scelta dagli irredentisti nel 1863, quando ancora la città era sotto il dominio austro-ungarico, perché richiamava i colori della bandiera italiana e proveniva da un paese che si era liberato dalla dominazione straniera, come l’America.
Ma nel libro ci sono molti altri alberi degni di ammirazione: come il Cedro di piazzetta Ottoboni, a Pordenone, che è riuscito a resistere all’assedio sempre più pressante dei condomini; oppure il grande cipresso di Rocca Bernarda a Premariacco, vecchio di 400 anni e alto oltre 20 metri.
Ma la lettura di questo volume può aiutarci ad apprezzare anche l’arbusto che vediamo tutti i giorni nel giardinetto sotto casa, ultimo, modesto esponente di una schiatta di eroi che da sempre ci vivono accanto migliorando, silenziosamente, la nostra vita.