TRA BELLEZZE NATURALI E CONTRASTI INSANABILI
E’ stata in Italia il minimo indispendabile: il tempo per salutare i familiari, ricevere il Premio Masi a Verona, firmare con Mondadori il contratto per il suo nuovo libro “For the love of Africa”, che sta uscendo ora sul mercato inglese, sottoporsi a qualche decina di interviste giornalistiche e televisive… e poi via di nuovo nella sua Africa, nel Kenya inquieto degli attentati dei fondamentalisti islamici alle scuole e delle incomparabili bellezze naturali. Kuki Gallmann è sempre in movimento, sempre in prima linea. La mano sinistra porta i segni indelebili dell’attentato da lei subito nel 2009, poco prima della morte del padre, ad opera di alcuni bracconieri, che (giustamente) vedono in lei un nemico mortale. In una delle sue foto più famose la si vede davanti a un grande rogo in cui bruciano cataste di zanne di elefanti. «Facciamo così, quando vengono sequestrate ai cacciatori di frodo – racconta – per instillare in chi la vede, in tutto il mondo, uno stigma sociale: nel 21. secolo si può imparare a vivere anche senza l’avorio, senza mettere a rischio la sopravvivenza degli elefanti e dei rinoceronti». Purtroppo l’Africa è sempre più affollata di cinesi, per i quali l’avorio ha un valore anche simbolico particolare. «Ma ci sono anche degli africani a contribuire alla strage – dice la scrittrice-ambientalista – a partire dai bracconieri somali legati al gruppo fondamentalista islamico Al Shabaab, che oltre a gestire il traffico di avorio, per acquistare le armi commerciano anche in droga e prostituzione».
PER CAMBIARE IL CONTINENTE EDUCHIAMO I BAMBINI
Da tempo la donna impersonata da Kim Basinger nel film di Hugh Hudson “Sognando l’Africa” si è convinta che per cambiare le cose nel grande continente dimenticato sia necessario «cambiare la mentalità della gente e investire nell’educazione dei più piccoli». Per questo accanto alla riscoperta delle tradizioni locali e alla difesa dell’ambiente – portata avanti con decine di iniziative avviate dalla sua base, una grande tenuta-Arca di Noè nei pressi della Rift Valley in Kenya – con la Fondazione costituita per ricordare il marito e il figlio scomparsi tragicamente, Kuki Gallmann sta lavorando fianco a fianco con i capitribù, i missionari e col governo per modificare il sistema educativo, favorendo una presa di coscienza in senso ambientalista: «L’Africa rischia di perdere se stessa. I kenyoti non conoscono neppure le loro tradizioni e le loro ricchezze naturali – spiega – Gran parte di loro, a differenza dai turisti occidentali, passa l’intera vita senza neppure vedere un elefante. Come ci si può aspettare che i futuri politici possano difendere il loro paese, se nemmeno lo conoscono?»
SPORT E CULTURA PER INSEGNARE LA CONVIVENZA
Fra l’altro la Fondazione Gallmann ha anche acquistato 150 ettari di terreno per avviare progetti di turismo sostenibile e creare nuova occupazione, e inoltre ha promosso una nuova iniziativa di carattere folkloristico-sportivo, che richiamandosi agli analoghi giochi scozzesi ha ribattezzato Laikipia Highlands Games; dopo la prima, trionfale edizione, la manifestazione si è aggiudicata il prestigioso premio Peace and Sport: «Tutto per dimostrare che ci si può confrontare pacificamente anche fra tribù e popoli da sempre nemici – chiosa la scrittrice – D’altra parte vivo in Kenya da 40 anni, non posso stare a guardare e non fare nulla, mentre tanti giovani che conosco muoiono o sono costretti ad abbandonare la loro terra».