Qualcuno ha evocato, spiritosamente, la defaillance erotica dell’innamorato che dopo decenni si ritrova finalmente a letto con la fiamma della propria giovinezza, e viene sopraffatto dall’emozione, o forse dalla constatazione di quanto lei sia nel frattempo sfiorita. Può essere, ma Berlusconi ieri sera è apparso tutt’altro che “sfiorito”, semmai sono stati i suoi due avversari a dimostrarsi un po’ spompati.
Ma i motivi del flop, andato in onda, oltretutto, di fronte a una platea record di 9 milioni di spettatori?
LA SOTTOVALUTAZIONE DI UN AVVERSARIO FORTISSIMO SUL TERRENO TELEVISIVO
Prima di tutto c’è stata da parte dei due giornalisti
UN ECCESSO DI VICINANZA CON L'”OGGETTO” CHE HA IMPEDITO DI COGLIERNE I CONTORNI
Ma c’è un altro aspetto che a mio parere va tenuto presente: dopo anni di corpo a corpo col Cavaliere i due hanno smarrito la misura, quella giusta distanza nei confronti del loro oggetto d’indagine che si raccomanda nella professione giornalistica: avvicinandosi troppo a lui hanno finito per concentrarsi sui particolari, sui singoli episodi o settori tematici, dove Berlusconi ha avuto buon gioco nel replicare anche fortunosamente alle accuse, e non sono riusciti a rendere il senso complessivo della sua disastrosa avventura politica, e a chiedergli conto dei risultati deludenti (escluso per lui stesso) dei suoi vent’anni di potere. Solo il collega che ha mostrato come le sue aziende si siano enormemente arricchite mentre tutti noi ci impoverivamo, ci è andato vicino.
A scusante di Santoro va detto che affrontare il discorso da questa angolatura avrebbe significato prendere di petto gran parte della società italiana, che in questi anni si è via via affidata al Cavaliere ritenendolo il miglior interprete dei propri vizi e dei propri interessi: ma per fare questo non ci vogliono, credo, dei giornalisti, ma dei grandi scrittori…