Secondo un’indagine della Confcommercio per il 23,9% degli italiani (vale a dire uno su quattro) la spesa sarà contenuta sotto i 100 euro. Sei italiani su dieci prevedono di spendere per i regali di Natale tra i 100 e i 300 euro (erano il 50% nel 2010), mentre diminuisce la quota di chi spenderà più di 300 euro (11%). La Confartigianato di Mestre stima che ogni famiglia italiana quest’anno abbia destinato in media per i regali il 2.3% in meno dello scorso anno, che già non era stato per niente brillante, ma stando ai resoconti che arrivano da ogni parte d’Italia il calo delle spese potrebbe essere ben maggiore del 10%. Nel Nordest e nelle grandi aree metropolitane andrà meglio che altrove, anche se faceva effetto, ieri a Vicenza, il cartello affisso tra le bancarelle della piazza: “C’è crisi, aiutateci”.
IN CALO I RISPARMI DELLE FAMIGLIE
I report delle banche, inoltre, segnalano anche un progressivo prosciugamento dei risparmi,
SE LA CRISI È IRREVERSIBILE…
Insomma, mi sembra inequivocabile che, dopo le speranze in una ripresa pre-estate e la brusca gelata degli ultimi mesi, non solo siamo nella seconda curva discendente di una crisi a doppia V, ma il trend continua ad essere discendente, e non si vede il fondo, e dunque la risalita.
La mia impressione – a questo punto e alla luce della situazione internazionale che vede uno spostamento in favore di altri emisferi degli equilibri di potere e delle ricchezze – è che la crisi sia irreversibile: non continueremo a precipitare all’infinito, anche perché viviamo pur sempre in una società complessa, con un sistema economico e produttivo articolato che frenerà la caduta e dovrà comunque mantenere un certo livello di efficienza per il suo mantenimento; ma credo che non torneremo più ai livelli di ricchezza di 5-10 anni fa, quando potevamo godere dei benefici della globalizzazione (prodotti, servizi, risorse a basso prezzo) senza ancora risentire delle sue ricadute negative (concorrenza, calo del lavoro).
CAMBIARE MENTALITÀ E STILE DI VITA
Ne stanno prendendo atto, dolorosamente, anche i cittadini, chi più chi meno; ora si tratta di capire cosa fare, più che piangerci addosso. Io credo che sia illusorio pensare come hanno fatto in molti, nei mesi scorsi, che sia possibile una ripresa basata sullo stesso modello e gli stessi valori e stili di vita di prima. Per intanto si potrebbe cominciare a pensare che sobrietà, socialità e condivisione possono aiutarci a stare tutti un po’ meno peggio; convincerci che non ci sono solo gli acquisti, per riscaldarci la vita; e persuaderci che ci sono tante cose che possiamo avere e dare gratuitamente, e spesso sono il regalo migliore.
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