andata in onda il 16 febbraio 1999.
In particolare i supremi giudici, facendo proprie le motivazioni della Corte d’Appello di Bologna dell’ottobre 2005, hanno sottolineato che «Sgarbi ha superato abbondantemente i limiti della continenza quanto all'”affare Squillante” mentre per quanto riguarda le notizie
riguardanti il figlio ha esposto questioni non aventi alcun interesse pubblico».
Da qui la condanna di Sgarbi e delle Reti televisive italiane a rifondere il pm Boccassini con 25.822 euro.
Onorevole Santanchè (“La Boccassini è un cancro della democrazia”) prepari il portafoglio!