L’ho notata scendendo ieri sera dall’Altopiano: una grande croce disegnata da luci rosse sulle pendici del Costo, visibile da molti chilometri di distanza. Forse si tratta di un atto di devozione legato al periodo pasquale?
SEMPRE PIÙ CROCIFISSI, SEMPRE MENO CREDENTI
Mi chiedo, allora, che cosa significhino tutte quelle croci (quasi sempre senza Cristo) collocate negli ultimi tempi sulle nostre montagne, e che cosa rappresentino tutti quei crocifissi che si affacciano qua e là nella vita di tutti i giorni (e spesso anche in bella vista su scollature vertiginose).
Essi vogliono ribadire, tangibilmente, che questa è “terra nostra”, che non c’è spazio fra di noi per altre religioni, altre culture, altre tradizioni, anche se riserviamo a noi stessi il diritto di tradirle nel loro intimo: non si tratta di crocifissi, infatti, ma di martelli, con cui colpire gli altri, piuttosto che accoglierli. Un segno di divisione e ostilità, piuttosto che di accoglienza e di condivisione; di autodifesa, invece che di giustizia.
RENZO GUOLO: LA LEGA E LA CHIESA
Su questi temi il sociologo trevigiano Renzo Guolo ha appena pubblicato un libro importante – “Chi impugna la Croce. Lega e Chiesa” (Ed. Laterza) – di cui parlano gli articoli allegati.
13543-laalleanza-di-ferro-tra-lega-e-chiesa.html
9788842095958_guolo_ilgiornaledivicenza_22_04_11.pdf
Non so come si rapporterà la Chiesa di fronte a questa strumentalizzazione, come reagiranno sacerdoti e fedeli, anche se tempo molto l’atteggiamento dei vertici ecclesiastici. Una cosa, però, mi è assolutamente chiara: Cristo è venuto sulla terra, è morto ed è risorto, per salvare TUTTI gli uomini, ma specialmente i più poveri del mondo. E questo non potrà essere cancellato.