http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/397801/
Che si tratti dell’ennesima legge salva-Berlusconi lo sanno tutti, compresi quelli che la votano e – penosamente – la difendono sui giornali e in televisione. Che si tratti di misure impopolari lo dicono tutti i sondaggi (i favorevoli ai giudici vanno da oltre il 50% a quasi il 70%); e che anche grazie a queste decisioni il Parlamento abbia raggiunto il livello minimo di fiducia da parte dei cittadini (tra il 15 e il 33%) è altrettanto noto.
Ovviamente da buon piazzista trucca le cifre, perché l’unica ad attribuirgli il 50% di gradimento è la “sua” Euromedia, mentre invece per tutti, tutti gli altri, si aggira fra il 31% (Crespi), il 33% (Mannheimer e Ipr) e il 35% (Ipr).
Ebbene, nonostante tutto questo, a livello politico tutto continua come niente fosse, anzi la maggioranza ottiene in Parlamento – a scrutinio segreto – qualche voto in più del previsto, e punta a governare per altri due, lunghissimi anni, a spartirsi altre poltrone, ad approvare altre leggi che faranno arricchire ulteriormente il suo “dominus” (che già lo scorso anno ha raddoppiato i propri redditi), a impedire che venga processato, a farci votare ancora una volta – quando ci sarà graziosamente concesso – con una legge porcata concepita solo per tenere la maggioranza dei cittadini all’opposizione. Tutto nel nome della responsabilità verso il Paese, naturalmente.
Raramente ricordo un tale livello di scollamento fra la politica e la vita reale. Raramente il paese (attenzione, compresi i cittadini di destra) mi è apparso così frustrato e avvilito, ormai incapace persino di immaginarsi un’alternativa. Situazione pericolosa, io credo, perché priva di sbocchi e gravida di ulteriori, pericolose involuzioni (ricordiamo che c’è nel governo chi propone di sparare sugli immigrati).
Come stupirsi allora se qualcuno, improvvidamente, comincia a chiedersi (Asor Rosa, per esempio)
Insomma, i politici del centro-destra che non siano “responsabili” solo verso il proprio tornaconto e il proprio padrone, dovrebbero cominciare a porsi il problema di come assicurare un canale di espressione a questo profondo disagio, che riguarda i due terzi degli italiani.
Per l’opposizione invece temo che non ci siano altre strade oltre alla mobilitazione parlamentare e alla chiamata alle piazze.