GLI INDIPENDENTISTI VENETI: LICENZA DI UCCIDERE I RAPPRESENTANTI DEL POTERE ITALIANO?

FranceschiNella generale indifferenza dei media è andato in scena nei giorni scorsi a Campodarsego (Pd) un evento che i promotori non hanno esitato a definire “storico” e che personalmente trovo invece piuttosto preoccupante: il primo processo dell’Alta Corte di Giustizia della Repubblica Veneta al venetista Luciano Franceschi (a sinistra), che l’11 febbraio 2013 sparò, ferendolo gravemente, al direttore di banca Pierluigi Gambarotto, che gli aveva appena negato la rinegoziazione di un fido.

Non contesto il diritto dei venetisti di organizzare quello che loro chiamano “processo”, ma che si può configurare come una legittima manifestazione promozionale di supporto alle loro idee indipendentiste, ma proprio l’esito del processo in sé, che si è concluso – sa va san dir – con l’assoluzione dell’imputato (che non ha potuto presenziare in quanto detenuto – illegittimamente – secondo i suoi compagni di lotta, in un carcere degli occupanti italiani, in attesa di essere processato per tentato omicidio e porto abusivo d’armi). E sono in particolare le motivazioni dell’assoluzione, decisa da una giuria popolare composta da una quindicina di militanti, ad essere a mio parere foriere di preoccupazione e pericolo: “Dalla lettura dei fatti risulta evidente come il Franceschi non avesse alcuna intenzione di arrecare danno a Gambarotto o altri ma di imporre il rispetto dei diritti delle imprese venete da parte del sistema bancario italiano”.

LA STESSA LOGICA DEL TERRORISMO ROSSO NEGLI ANNI DI PIOMBO

E il povero Gambarotto, raggiunto da due proiettili di cui uno si è conficcato nel fianco sinistro e l’altro ha perforato l’addome, lesionando pancreas, fegato e un polmone, rimasto a lungo tra la vita e la morte? “In quel momento il direttore – spiegato Albert Gardin, presidente del governo veneto – rappresentava la faccia del potere finanziario che schiaccia e opprime le aziende venete. Franceschi invece era il terminale degli oppressi: è andato contro il sistema bancario per arrivare a una svolta politica. Gli spari poi sono partiti dalla pistola di Franceschi in maniera casuale, nel corso di una colluttazione tra i due”.

A parte il domandarsi con quali intenzioni l’imputato si sia presentato all’incontro col direttore con una pistola in tasca, se non per usarla, salta agli occhi la logica perversa che guida il ragionamento di Gardin, che pure ha un passato di militante non violento e afferma ancora di essere contro la lotta armata: la stessa logica – colpire i simboli del potere nelle persone che lo rappresentano – che ha guidato le azioni dei brigatisti rossi negli anni del terrorismo, e che tanti lutti e sofferenza ha procurato al nostro paese. VenetistiNon entro nel merito delle rivendicazioni venetiste, né delle reali sofferenze del tessuto sociale e produttivo locale nei confronti del sistema bancario: mi domando però se davvero i molti veneti che hanno abbandonato le sponde leghiste per approdare all’indipendentismo intendano davvero concedere la “licenza di uccidere” a chiunque abbia legittime situazioni di risentimento e l’accortezza di ammantarle di contenuti politici.

Ciliegina sulla torta: nei prossimi giorni – stando a quanto riferisce il Gazzettino – gli indipendentisti valuteranno l’ipotesi di aprire un procedimento contro il direttore della banca. Tanto è un simbolo, mica una persona…

GLI INDIPENDENTISTI VENETI: LICENZA DI UCCIDERE I RAPPRESENTANTI DEL POTERE ITALIANO?ultima modifica: 2014-01-14T11:15:50+01:00da sergiofrigo
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