Irlanda arrivederci, con un ultimo giro di souvenir. Si rientra in Italia dopo una dozzina di giorni di semi-digiuno intormativo e il primo pensiero che ti aggredisce è: “Oddio, qui c’è ancora Berlusconi a monopolizzare l’attenzione, persino più della crisi in Medio Oriente”. Il Paese, in particolare la destra, non riesce ancora a liberarsene. Inconcepibile ovunque.
Lo sapete ad esempio che in Irlanda c’è ancora la lira? Eccola, sul retro delle monete.
Ecco qui, invece, alcuni “dubliners” (a destra una chiromante “vista in televisione – dice il cartello – Riceve anche senza appuntamento”, a fianco un valletto in un negozio di lusso)
Qui sotto invece i turisti del “tour vichingo”: sono trascinati in giro per la città con un mezzo improbabile, le corna in testa, e incoraggiati a emettere a ogni momento urla belluine
Non c’è solo baldoria, naturalmente, Dublino è una città di cultura:
ci tornerò su, intanto vi faccio vedere lo studio di Francis Bacon
ricostruito nella Galleria cittadina: per chi non crede al motto
“genio e sregolatezza”.
E per finire l’esibizione di un gabbiano, sulla penisola di Dingle.