RIGONI STERN CINQUE ANNI DOPO, LA MEMORIA NON MUORE. ECCO I PREMI NEL SUO NOME

rigonistern.jpgSono già cinque anni (domenica) che è morto Mario Rigoni Stern, ma la sua memoria e la sua parola sono vive come non mai.  La sua tomba è meta del pellegrinaggio costante dei lettori, che lasciano oggetti, lettere, piccoli sassi con un nome e una dedica, sotto la croce di marmo che lui stesso aveva voluto recuperare dalla tomba del nonno Giovanni Antonio, a futura memoria. La moglie Anna ne ha due scatoloni pieni a casa. Sostiene Eraldo Affinati, insegnante e curatore del Meridiano Mondadori dedicato allo scrittore, che sono ben pochi gli autori a cui i suoi “ragazzi difficili” dedicano tanta attenzione come al vecchio Sergente nella neve, di cui percepiscono e apprezzano soprattutto l’autenticità.

IL PREMIO A DIONIGI ALBERA

Fra le numerose iniziative in sua memoria va ricordato innanzitutto il Premio a lui dedicato, che sarà consegnato sabato 22 ad Asiago: ad aggiudicarselo è stato lo studioso piemontese Dionigi Albera per l’opera “Au fil des générations” (Presses Universitaires de Grenoble), Albera.JPGche si “raccoglie in un unico grande quadro di spessore magistrale gli esiti di oltre un secolo di ricerche sulla famiglia alpina, colta nel rapporto specifico che essa instaura con la forma dell’insediamento, e più in generale con le dinamiche proprie dell’economia, della società e della cultura delle singole valli”: così recita la motivazione della giuria, coordinata da Giovanni Kezich e composta inoltre da Innocenzo Cipolletta, Ilvo Diamanti, Mario Isnenghi, Jon Mathieu e Gianbattista Rigoni Stern, che ha esaminato 57 opere in varie lingue, dedicate alla montagna, arrivate da tutti i paesi dell’arco alpino.

LIBRI E AUTORI SEGNALATI

Molti anche i volumi ritenuti degni di segnalazione:

Erbario, di Alexis Bétemps – “Suggestivo prontuario sui luoghi delle erbe in Valle d’Aosta e gli usi medici, culinari, magici e religiosi”.

Scultori di tradizione in Valle d’Aosta, di Vincenzo Bixio e Gabriella De Munari Bixio – “Efficace e completo sillabario dei modi, delle forme, del mercato di una grande arte popolare alpina”.

Matrimoni e patrimoni, di Sabrina Contini – “Solida e originale ricerca di carattere archivistico su un tema di indubbio rilievo”.

Recinzioni tradizionali in Trentino, di Giovanni Giovannini e Prisca Giovannini – “Originale e motivato manuale d’uso sulla varietà tipologica delle recinzioni”.

Da Molare al Vajont, di Giorgio Temporelli – “Da angolatura inconsueta affronta efficacemente una realtà specifica e quantomai problematica nell’uso della risorsa acqua”.

Iagri Badia, a cura di Daria Valentin – “Passione, organizzazione e cultura della caccia e storie di cacciatori lungo un secolo di vita in una valle alpina”.

Sabato prossimo alla consegna del premio seguirà una conferenza del prof. Gabriele Cavalli su “La Coltivazione del bosco negli scritti di Mario Rigoni Stern” e un concerto dell’Ensemble Musagete.

LE ALTRE INIZIATIVE

A partire da domani varie iniziative ricorderanno Rigoni Stern: ci sarà un gruppo di alpini che farà celebrare a una messa in suo onore sul Monte Ortigara, e poi andrà a depositare una corona in cimitero. Nella chiesetta di San Rocco alle 17 ci sarà un reading dai suoi libri con l’accompagnamento dell’arpa celtica di Paola Magossoe, e il 6 luglio gli sarà intitolata la nuova biblioteca civica di Cesuna.

“LA STORIA DI TÖNLE” IN CIMBRO

Tonle.jpgE  poi ci sono le iniziative editoriali: fra tutte si distingue la pubblicazione della traduzione in cimbro del libro più bello di Rigoni Stern, “La storia di Tönle”, con cui vinse il Bagutta e il Campiello (lui considerava invece il “Sergente” il suo libro più importante). A realizzarlo è stato Andrea Nicolussi Golo, dell’Istituto Cimbro di Luserna, con prefazione del biografo dello scrittore, Giuseppe Mendicino, e introduzione del Prof. Ermenegildo Bidese, che lavora al MIT di Boston. Dopo le traduzioni in una decina di lingue, questa rischierebbe di apparire un gioco per eruditi, se non fosse che, come spiega Nicolussi Golo, il cimbro è proprio la parlata del protagonista, senza considerare che il testo è pieno di termini nell’antica lingua, quasi a ribadire l’autenticità della storia.

LE SUE INTERVISTE

Un’altra importante pubblicazione è in arrivo in autunno: Mendicino ha riunito per Einaudi, lo storico editore di Rigoni Stern, tutte le interviste più significative fatte nel corso degli anni allo scrittore asiaghese. A una domanda sull’attualità del messaggio dello scrittore Mendicino risponde che «di fronte al ciclico ritorno di guerre e di dittature, alla progressiva distruzione dell’ambiente, a episodi di corruzione e di degrado morale, ai suoi lettori può capitare di chiedersi: cosa avrebbe detto Mario Rigoni Stern? Rileggerlo aiuta a sentirsi più forti e a non mollare quando sono in gioco i valori etici più importanti: la giustizia, la tolleranza, la ragione, il prendersi a cuore le ragioni dei più deboli».

Intanto il Comune di Asiago sta predisponendo, sempre al Millepini, di fianco alla futura sede della Biblioteca Civica, una sala destinata alla Fondazione a suo nome, per raccogliere le sue prime edizioni, le opere a lui dedicate e i suoi manoscritti.

TRA MEMORIA E FUTURO

Originale, infine, il lavoro multidisciplinare realizzato da una laureanda magistrale dell’università di Padova, la bellunese Sara Luchetta, seguita da due docenti di Italianistica e Geografia, i relatori Franco Tomasi e Mauro Varotto. La giovane studiosa ha prima compulsato i sei romanzi di Rigoni Stern – il “Sergente”, “Quota Albania”, “Storia di Tönle”, “L’anno della vittoria”, “Le stagioni di Giacomo” e “L’ultima partita a carte” – evidenziando ben 700 toponini (2300 con le ripetizioni), tutti corrispondenti a luoghi reali, come avviene sempre nello scrittore asiaghese; quindi ha localizzato i nomi sulle mappe geografiche, e infine ha analizzato le ricorrenze in chiave geografica e critico-letteraria, ricavandone spunti originali sul rapporto fra i luoghi e la memoria in Rigoni Stern, in particolare individuando la struttura cronotopica della sua scrittura, cioè sulla sua lettura del tempo come quarta dimensione dello spazio in cui si svolgono le sue storie. Sarà dunque possibile ritrovare i luoghi descritti dall’autore ed assaporare le emozioni che aveva provato lui, in quel preciso punto, trasferendole poi nei suoi libri; ma anche capire quali erano i suoi posti del cuore, e individuarvi le tracce incise dal tempo.

RIGONI STERN CINQUE ANNI DOPO, LA MEMORIA NON MUORE. ECCO I PREMI NEL SUO NOMEultima modifica: 2013-06-14T17:00:00+02:00da sergiofrigo
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