BARYSHNIKOV: E LE FOTO SI MISERO A DANZARE. A TU PER TU COL BALLERINO-FOTOGRAFO

baryshnikov.JPGFra le celebrità dell’arte (o della mondanità) che in questi giorni hanno scelto Venezia per presentare le loro opere o (nel secondo caso) per presenziare a vernici e party esclusivi, c’è anche Mikhail Baryshnikov, ballerino notissimo e poi attore per il cinema  ( “Due vite, una svolta”, “Il sole a mezzanotte” e “Giselle”), la televisione (è stato il fidanzato di Sarah Jessica Parker nell’ultima serie di “Sex and the City”) e il teatro (sta recitando con Willem Dafoe in “The Old Woman” di Robert Wilson, con cui dal 12 luglio sarà al Festival di Spoleto).
L’ho incontrato nella Galleria Contini, dove espone (fino al 30 ottobre) le sue eccellenti fotografie sulla danza, di cui parlo nell’articolo sotto, scritto per il Gazzettino.
Mi aspettavo un personaggio algido e sostenuto, invece Baryshnikov si è rivelato una persona estremamente affabile e “accogliente”, molto compreso dal suo lavoro, ma senza alcuna iattanza.
Per capire il valore delle sue opere forse può aiutare la quotazione: dai 25 ai 40mila euro l’una.
FOTOGRAFARE IL MOVIMENTO
 
Se la caratteristica essenziale della fotografia è fermare il movimento, c’è anche chi – al contrario – è capace, con i suoi scatti, di esaltarlo, di coglierne il veloce fluire, senza mortificarlo in una arida sequenza di fotogrammi spezzettati. Accade se dietro l’obiettivo c’è un uomo che sul movimento ha fondato la sua stessa vita, il ballerino Mikhail Baryshnikov, che dopo incursioni tutt’altro che episodiche anche nel teatro, nel cinema e nella televisione, si dedica ormai da parecchi anni anche alla fotografia, con risultati sorprendenti. Le sue foto dedicate al ballo sono ora esposte alla Galleria Contini in Calle Larga, a Venezia, nella mostra “Dance this way”: e in particolare l’immagine che campeggia in vetrina (Claire Westby in “she dreams in code”, a fianco) baryshnikov,fotografia,danza,venezia,continirende molto bene l’impasto di solidità del corpo, sinuosità delle curve femminili, levità del movimento, in una sapiente resa pittorica del colore e delle luci, che è una delle caratteristiche più evidenti del ballerino-fotografo.
 
“ALCUNI BALLERINI NON SANNO NEPPURE CHE LI HO RITRATTI”
All’interno ci sono 34 immagini, tutte scattate a ballerini di tutti i tipi di danze, dalla classica al tango all’hip hop alla break dance, in situazioni molto diverse: il palcoscenico di un grande teatro, un caffè, una sala da ballo, un marciapiede: «Alcuni neppure sanno che li ho ritratti», commenta l’autore, che ci accompagna con estrema premura nella visita, soffermandosi su ogni immagine, persino alcune che per motivi di spazio la Galleria ha dovuto lasciare nel magazzino. E mentre sottolinea uno squarcio di luce quasi caravaggesca che illumina un corpo, mentre segnala la presa del ballerino, che accompagna la sua partner senza stringerla, oppure la deformazione di visi e di corpi, che richiama con grande evidenza le forme di Francis Bacon, nella sua gestualità appassionata, ampia ma sempre misurata, non si può non rivedere le movenze del grande danzatore che è stato.
 
ALL’INIZIO ERA SOLO UN HOBBY, POI HO TROVATO UNO STILE
baryshnikov,fotografia,danza,venezia,contini«All’inizio fotografare era solo un hobby – racconta – Ho iniziato con una macchina da 35 mm, riprendendo paesaggi e persone, specialmente durante i viaggi. Allora pensavo che fosse noioso e inutile fotografare la danza, ma ho cambiato idea sfogliando alcuni vecchi libri di Alexey Brodovitch e Paul Himmel, che avevano saputo avvicinare l’emozione e l’energia della danza abbandonando l’immagine cristallizzata e optando per figure amorfe, coi bordi sfocati, in cui vibrava il movimento. Quindici anni fa ho cominciato a sperimentare anch’io, passando al digitale, e piano piano ho acquisito uno stile».
Le tecniche che usa Baryshnikov sono diverse, a seconda dei soggetti e dei contesti in cui scatta, ma i risultati sono sempre di grande impatto visivo, e molto pittorici: di una pittura di volta in volta espressionista o surrealista o astratta, dai rosati sfumati di Tiepolo, alla poetica sospensione di Chagall, alla stilizzazione di corpi e oggetti di Picasso.
«Non mi interessa cogliere necessariamente i gesti più teatrali – aggiunge – ma i momenti sospesi, quando i danzatori sono nel pieno della concentrazione (e mostra Adrien Dantou in “Saraqbande”, ndr), o addirittura cercare con lo scatto di anticiparne le movenze». baryshnikov,fotografia,danza,venezia,continiEcco, per citare alcuni esempi, due anziani tangueros avvinti teneramente ma intensamente nel ballo, oppure la donna di strada contesa da due marinai, o ancora la ballerina della Merce Cunningham Dance Company in una tuta metallica dalla luce insieme dura e morbida, che lui chiama “Angelo d’argento”: «Perchè ogni scatto deve anche raccontare una storia, far inquire una relazione».
 
“COME RAGGIUNGERE L’ECCELLENZA? CONTA SOPRATTUTTO LA DISCIPLINA”
Come fa a eccellere anche in questo, gli chiediamo, da dove le viene tutto questo talento anche in campi così diversi?
«Disciplina – è la risposta sorprendente – e concentrazione. Io prendo le cose che faccio molto seriamente, e ci dedico tutto il tempo che meritano. Come Stefano Contini nel suo lavoro».
Lei se n’è andato dalla Russia quasi 40 anni fa, è l’ultima domanda: non crede che nel paese le cose siano cambiate abbastanza da consentirle di tornare?
«Dal mio punto di vista non è cambiato nulla. Almeno non nella direzione tale da comvincermi a tornare».
 
BARYSHNIKOV: E LE FOTO SI MISERO A DANZARE. A TU PER TU COL BALLERINO-FOTOGRAFOultima modifica: 2013-06-13T22:01:00+02:00da sergiofrigo
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