Riporto sotto il parere di un missionario bassanese, Giuseppe Stoppiglia, attivo a lungo in Sudamerica e noto per il suo impegno solidale per i poveri.
SIAMO DI FRONTE A UNA SVOLTA…
Tante amiche e tanti amici, sapendo della mia frequentazione
Prima di tutto dal Conclave esce sconfitta la lettura della storia e dei segni dei tempi di alcuni vescovi e cardinali italiani. Poi mi sono dato alcune chiavi di lettura.
E’ un Papa latino/americano. Questo mi rende felice. Un segno che l’eurocentrismo della Chiesa è finito e il Nord del mondo non è più centrale nelle categorie universali, come il senso di Dio, del sentimento religioso, dello spazio, del tempo, del senso della vita e della sua pluralità.
E’ un gesuita, figlio spirituale di Pedro Arrupe, Priore Generale e grande interprete del Concilio Vaticano II. L’elaborazione teologico/biblica della scelta per una chiesa povera, vivendo coi poveri, ha tracciato una linea chiara, dove hanno camminato il card. Martini e i tanti teologi del Centro e del Sud America( alcuni barbaramente uccisi) e ha messo in serie difficoltà il Pontificato di vari Papi, ( da Paolo VI a Giovanni Paolo II) . E’un vescovo riformista e non un rivoluzionario. E’ un vescovo che ha fatto l’opzione personale di povertà, (vita semplice, senza esteriorità, essenziale e confuso fra le gente nei suoi viaggi. E’ un vescovo pastore che ha dato e dà la priorità ai poveri E’ un vescovo mite, ma duro nella difesa dei valori umani fondamentali (giustizia e pace).
Appoggia i preti di confine, come me, con quelli cioè ignorati dalla gerarchia e che hanno scelto di stare coi deboli, con le donne povere oppresse, i bambini di strada.
La scelta di chiamarsi Francesco, il poverello d’Assisi, è una sfida per se stesso e per la Chiesa, incapsulata e corrotta, piena di orpelli e pure distratta di fronte alla sofferenza umana. Penso che abbia una certa idiosincrasia verso la Curia Romana e verso il protagonismo.
Ho incontrato a Buenos Aires nel 1977 , in una villa miseria, uno dei due gesuiti, di cui alcuni giornali parlano oggi. Scrivono infatti che Jorge Bergoglio non li avrebbe difesi. Non è vero.
Siamo di fronte a una svolta e Papa Francesco avrà molti nemici, dentro e fuori la Chiesa. Potrei dirvi che è un progressista illuminato, ma non voglio entrare nelle categorie politiche.
Occorre pensare e vivere l’Imprevisto e lui stesso credo ne sia rimasto travolto.
Giuseppe Stoppiglia