ECONOMIA SEMPRE PIU’ GIU’, ECCO COME SOPRAVVIVIAMO AL GRANDE IMPOVERIMENTO

crisi.jpgL’Istat oggi conferma un dato che è sotto gli occhi di tutti: l’economia non riparte, e – di conseguenza – l’occupazione nemmeno. Il Prodotto interno lordo nel 2012 è calato del 2.2%, e i disoccupati sono oltre 3 milioni. Ci stiamo – chi più chi meno – progressivamente impoverendo: rispetto al già problematico 2011 mancano all’appello ulteriori 35-40 miliardi di Pil.

Come stiamo reagendo a tutto questo? Non stiamo reagendo, in realtà, e salvo pochi casi isolati ci limitiamo a ridurre i danni e a difendere quello che abbiamo, senza assumerci rischi. Sia sul versante dei consumatori che su quello degli imprenditori (per non dire del credito), si viaggia col freno a mano tirato, attenti a non azzardare spese o investimenti troppo impegnativi (assunzioni comprese), che ci impegnino per un futuro di cui non ci fidiamo.

Come sopravviviamo, dunque? La strategia prevalente è centellinare quello che abbiamo, intaccando ciò che si è accumulato, nella speranza che qualche santo nel frattempo intervenga a cambiare le cose.

 

UNA SOCIETÀ BASATA SUI RISPARMI DEGLI ANZIANI E SUL DECLINO DEMOGRAFICO

È per questo motivo che nella nostra società sono tanto centrali gli anziani, che sono detentori dei patrimoni (piccoli o grandi che siano), dei posti di vertice, delle rendite, comprese le pensioni dei nonni. Prendiamo l’assistenza agli anziani, che sta richiamando sempre più donne e uomini italiani. Di cosa si tratta se non di una forma di ripartizione diluita nel tempo delle risorse accumulate?

Un altro grande capitolo di questa attitudine difensiva soprattutto (ma non solo) italiana è il declino demografico: è come se la società avesse deciso di concentrare le sue ricchezze calanti su pochi eredi, in modo da garantire loro un livello di benessere che non potrebbero avere se fossero di più.

Si tratta di strategie conservative efficaci però solo sul breve periodo, perché col tempo i risparmi finiscono e le casse previdenziali si prosciugano, se non vengono rimpinguate dall’entrata nel mondo del lavoro regolare delle nuove generazioni.

Morale: o ricominciamo a produrre nuova ricchezza, investendo su nuove idee e su nuovi e più efficaci processi produttivi e distributivi, oppure ci adattiamo a ridurre drasticamente il livello di benessere, nostro e dei nostri figli. Tertiur non datur.

ECONOMIA SEMPRE PIU’ GIU’, ECCO COME SOPRAVVIVIAMO AL GRANDE IMPOVERIMENTOultima modifica: 2013-02-14T15:33:00+01:00da sergiofrigo
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