BERLUSCONI, BERSANI E LA TELEVISIONE: COME EVITARE LE TRAPPOLE

Berlusconitv.jpegTutti i sondaggi danno in crescita (contenuta, ma crescita) i consensi a Berlusconi, e in calo (contenuto, ma calo) quelli del centrosinistra. Effetto del martellamento televisivo del Cavaliere e dell’assenza del Pd e dei suoi leader? Io credo di si, e credo che soprattutto il secondo aspetto – il leggero calo dei consensi – debba preoccupare la sinistra. Il primo fenomeno infatti era largamente prevedibile: sapevamo che c’era un bacino consistente di elettori pervicacemente (:-)) di centro-destra, smarriti e “congelati” in attesa di parole e proposte che li riscaldassero, e quelle parole (non certo le proposte) sono arrivate dal loro capo naturale, e attraverso il mezzo che è loro più congeniale, appunto il piccolo schermo.

 

IL CENTROSINISTRA NON ESCE DAL PROPRIO RECINTO

Il vero problema è invece l’altro: dopo gli exploit post primarie i democratici BersaniRenzi.jpg hanno perso visibilità e smalto, in televisione appaiono scarsamente incisivi e non riescono ad attrarre nuovi elettori: probabilmente le perdite sono non in consensi assoluti, ma solo in percentuale, legati alla diminuzione del numero degli incerti in favore di Berlusconi. Vale anche in Lombardia per Ambrosoli, che pure riempiendo le sale non pare riuscire a emergere fuori dall’orticello dei già convinti e ad arrivare con le sue proposte al grande pubblico che non si muove di casa ma la televisione la vede. E mi pare che lo stesso problema ce l’abbiano i centristi di Monti, che pure in televisione è andato tantissimo ma sicuramente senza l’efficacia messa in campo dal Cavaliere, anzi perdendo inevitabilmente quell’allure di serietà che finora faceva la differenza.

ACCETTARE O MENO IL CONFONTO CON CAVALIERE?

La questione si pone con evidenza ora che Berlusconi comincia a rivendicare a gran voce il confronto televisivo con Bersani, dopo che nelle competizioni precedenti, essendo in vantaggio nei sondaggi, lo aveva sempre rifiutato ai suoi competitor di centrosinistra. Già la stampa fiancheggiatrice ha iniziato la campagna sulla paura che il leader del centrosinistra nutrirebbe per il Cavaliere.

E allora: televisione si o televisione no?

IL PROBLEMA E’ IMPORRE LA PROPRIA AGENDA, ALLORA LA TV SERVE

Bersani ha già dato una risposta qualche giorno fa, rispondendo agli inviti “Il mio spazio usatelo per parlare della Siria”: posizione nobile, ma anche conveniente? Perché attenzione, le elezioni si vincono qui, non in Siria. A meno che non riesci a far diventare la Siria “la” questione del momento, e non mi sembra purtroppo il caso. Il problema infatti è l’agenda, cioè quello di cui si parla. Quindi la debolezza attuale del Pd non è tanto l’andare a non andare in televisione, ma l’avere o meno le parole d’ordine per costringere la televisione a occuparsi di te anche se non ci vai.

Berlusconi occupa il piccolo schermo per riproporre il se stesso di sempre, ripetendo all’infinito la solita litania, con l’intento di martellarla dentro la testa degli elettori dalla bocca più buona e dalla memoria più corta, inframezzandola di uscite estemporanee sull’Imu o sulla detassazione delle assunzioni. Andare in televisione per rincorrerlo su questo terreno per Bersani non avrebbe senso, a meno di non proporsi di smantellare una ad una le sue bugie e la demagogia delle sue proposte (e su questo credo che chiunque – magari persino D’Alema – farebbe meglio di Santoro & C): ma in realtà c’è bisogno anche di far emergere le proprie, di proposte, tanto più che essendo al momento in vantaggio nei sondaggi, sono le proposte con la maggior probabilità di diventare nel prossimo futuro decisioni operative per tutti noi.

IL RISCHIO ALTRIMENTI E’ CHE SI SENTA SOLTANTO VENDOLA

Vendola2.jpegIl rischio altrimenti non è solo che Berlusconi rimarchi – almeno mediaticamente – la sua egemonia, ma che lo facciano anche alleati come Nichi Vendola, che con le sue uscite su Monti e la sua agenda, sulle compatibilità europee e sulle aperture a sinistra a Ingroia, finirebbe per dare l’impressione al grande pubblico di trainare lui la coalizione, o quanto meno di una cacofonia di voci che in questo momento è la cosa elettoralmente più deleteria.

E dunque, per Bersani & C, prima le proposte: contenute dentro un programma organico (che sappiamo esserci) ma suddivise in pillole-slogan di facile presa. E poi farle conoscere – negli incontri pubblici, nei comizi nei social network – ma anche in televisione, che rimane al momento ancora l’unico mezzo per raggiungere il grande pubblico di casa. E – per favore – tirate fuori al più presto Matteo Renzo dalla naftalina!

 

 

BERLUSCONI, BERSANI E LA TELEVISIONE: COME EVITARE LE TRAPPOLEultima modifica: 2013-01-14T12:01:10+01:00da sergiofrigo
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