BERLUSCONI? INTERROGHIAMOCI PIUTTOSTO SU QUANTO (E PERCHE’) CI SIAMO IMPOVERITI

Berlupiange.jpgTrovo umiliante doversi ri-occupare dell’eterno ritorno di Berlusconi, mentre il Paese si confronta (dati Censis di oggi) col maggior impoverimento della sua storia recente, che sta dentro un rivolgimento epocale di tutti gli equilibri mondiali.

È possibile che un Paese intero – sotto gli occhi attoniti del mondo – sia ridotto a interrogarsi (ancora) sui contorcimenti del centro-destra e dei suoi vertici, quando invece dovrebbe porsi piccole, banali domande del genere: ci sono (c’erano) altre strade per affrontare la crisi? Cosa dovrebbe fare di altro il governo per supportare meglio i cittadini in difficoltà? E a che punto siamo nella nostra discesa verso la povertà, e quando e come si fermerà il declino?

Forse quest’uomo ha dimostrato, nei 17 anni in cui è stato al potere, di avere qualche risposta attendibile in merito, che non sia il perseguimento del proprio interesse e il compiacimento del suo sterminato ego?

Personalmente non me la sento di discettare su disagio sociale e povertà, da una posizione di privilegio.

Vorrei citare però una frase di Camus, dal suo libro incompiuto “Il primo uomo”, da cui è tratto l’omonimo film di Gianni Amelio. Magari non ci darà risposte alle domande di prima, ma ci può aiutare a prendere le misure del nostro presente:

‎”Mamma, chi sono i poveri?” “I poveri? 
Siamo noi, io, te, lo zio Etien, la nonna…”
”Se i poveri siamo noi, allora va tutto bene”.

BERLUSCONI? INTERROGHIAMOCI PIUTTOSTO SU QUANTO (E PERCHE’) CI SIAMO IMPOVERITIultima modifica: 2012-12-07T22:14:00+01:00da sergiofrigo
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