“La satira corre i rischi di tutti i linguaggi: l’inflazione, la sovrapproduzione, e alla fine la saturazione e la noia. Vent’anni fa gli spazi erano infinitamente ridotti rispetto a oggi. Oggi ne arriva a vagonate, dappertutto, incluso il web. Il pedaggio che si paga è lo scadimento della qualità». Dalle pagine di Focus Extra, in edicola con un numero dedicato all’umorismo, l’autore Michele Serra apre il dibattito sulla satira ai tempi del web.
Di «inflazione» parla anche Riccardo Barenghi, la Jena de La Stampa, mentre di diversa opinione Luca Bottura: «Il web rappresenta un’opportunità enorme, tutti possono accedere. Inoltre c’è una selezione automatica: se non sei capace cadi nell’oblio. La satira dall’alto non ha mai spostato niente. Invece la satira orizzontale su Internet ha cambiato il voto. E poi Twitter è una palestra meravigliosa, ti impone lunghezze che ti obbligano a ripensare al meccanismo comico».
Dicono la loro anche i noti autori radiofonici Antonello Dose e Marco Presta: «In che modo i nuovi media hanno cambiato il mestiere del comico? Lo favoriscono – dice Presta. Basta pensare alla comicità del linguaggio degli sms: tvtb, xke, trp, grz… o a certi linguaggi raccapriccianti dei pubblicitari». Per Dose infine «cambiano le forme di fruizione della comicità. Con YouTube o Twitter chiunque può pubblicare le vignette comiche che gli sono piaciute: il web permette che la comicità diventi un fenomeno virale e si possa allargare». (adnkronos)