Dicono in tanti che con la crisi è aumentata la litigiosità nella società italiana: accade non solo alle Olimpiadi, ma anche sulle strade, nei condomini, nei posti di lavoro… Dover rinunciare a qualcosa non mette di buon umore nessuno, e affrontare serenamente delle privazioni inattese non è da tutti: preferiamo pensare che sia colpa degli altri, altri su cui scaricare le nostre frustrazioni.
Il successo, come il benessere diffuso, è il miglior collante di un gruppo o di una comunità, mentre la sconfitta o la penuria sono le nemiche peggiori della coesione.
Tutto questo vale anche nella vita di ogni giorno, soprattutto per coloro che sono più colpiti dalle difficoltà economiche. E anche nella vita di ogni giorno in troppi facciamo come Magnini: prima di tutto diamo la colpa agli altri, per esorcizzare il sospetto di avere delle responsabilità magari indirette nella situazione generale; in secondo luogo cerchiamo di allontanare da noi, passandola agli altri, l’amara coppa dei sacrifici. C’è anche un terzo comportamento, visto puntualmente all’opera tanto nella vita reale che nello sport: fare da soli, arrangiarsi, e tanto meglio se i compagni affondano…
Peccato che a vincere le medaglie, poi, siano piuttosto coloro i quali – come le nostre fiorettiste – a onta delle antipatie personali nei momenti decisivi sono capaci di fare squadra.