L’ASSASSINO DI BRINDISI E LA BANALITA’ DEL MALE

brindisi,vantaggiato,melissa,male,attentato,arendtSpesso ci affanniamo a cercare spiegazioni, a costruire scenari, a tracciare percorsi che – spiegandolo o almeno “organizzandolo” – ci rendano un po’ meno traumatico il confronto col male.

E’ avvenuto, ovviamente, anche nel caso del folle attentato di Brindisi in cui ha perso la vita Melissa Bassi.brindisi,vantaggiato,melissa,male,attentato,arendt Ora sappiamo com’è andata in realtà, e che il suo autore è il classico, innocuo, incolore, solitario “signore della porta accanto”. E temo che saremo ancor più sconvolti quando conosceremo bene “il perché” del suo gesto: forse una vertenza giudiziaria finita male, forse la rabbia perchè gli affari non andavano più bene come un tempo: nulla, insomma, che giustifichi non si dice un assassinio, ma neppure una sberla a qualcuno. Figurarsi alla povera, innocente Melissa.

Il male, dunque, in tutta la sua banalità. Ecco come ne scrive Hannah Arendt:

“La mia opinione è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né la profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare tutto il mondo perché cresce in superficie come un fungo. Esso sfida come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, andare a radici, ed nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua “banalità”… solo il bene ha profondità e può essere integrale.”

L’ASSASSINO DI BRINDISI E LA BANALITA’ DEL MALEultima modifica: 2012-06-07T21:22:00+02:00da sergiofrigo
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