Al rogo i politici? Il moltiplicarsi di indagini per malversazioni varie a carico di esponenti del centro-sinistra, che si aggiungono a quelle (ben più numerose) su esponenti del centro-destra e a quelle (novità relativa) sui leghisti, autorizza il diffondersi di una sfiducia generalizzata nei confronti di tutto il ceto politico nazionale, soprattutto a fronte del fallimento della politica nel risolvere i problemi del paese, testimoniata dall’arrivo al governo dei tecnici (che stanno facendo in pochi mesi molto di più di quanto i loro predecessori abbiano fatto in decenni).
Ebbene, a costo di risultare impopolare devo dire che non ci sto (sembro Scalfaro?) alla criminalizzazione della categoria, e non ci sto per due motivi: il primo, scontato, è che non si deve generalizzare, che di fronte a questi fenomeni non tutti i protagonisti e non tutti i partiti sono uguali, che le reazioni a sinistra sono in genere più rigorose, e sfociano in auto-sospensioni, espulsioni, dimissioni, mentre a destra gli inquisiti rimangono saldamente al loro posto e trovano solidarietà fra i colleghi nel nome dell’autodifesa dall’invadenza dei giudici (vogliamo citare, a titolo di esempio, i vari Verdini, Scaiola e Boni?).
PICCOLI E GRANDI ABUSI SONO DIFFUSI A TUTTI I LIVELLI
È il secondo motivo però che mi preme sottolineare, con una premessa: certo, chi sta in alto deve dare il buon esempio, Cesare deve essere irreprensibile e anche dare l’impressione di esserlo, ma non mi sento di gettare tutta la croce addosso ai politici, perché gran parte di noi cittadini italiani saremmo uguali a loro, se solo avessimo le stesse occasioni di rubare e la stessa sicurezza di farla franca. Come mai, sennò, quando la Finanza compie qualche controllo, esce fuori di tutto, sui bravi commercianti & ristoratori e sui loro clienti? Tutti straricchi, dite? E gli artigiani che a giugno ti staccano la terza fattura dell’anno? E gli impresari che ormai assumono solo in nero? E i dipendenti regionali di Rovigo, beccati in massa a farsi i cavoli loro in orario d’ufficio? E gli specializzandi che frodavano le loro Usl facendosi pagare anche le visite ai pazienti? E le famiglie degli studenti che dichiarano metà dei redditi per avere gli sconti sulle tasse universitarie? E i dentisti, gli avvocati, i notai che ti fatturano la metà in cambio dello sconto? E gli scontrini al bar, che in pochi danno e nessuno chiede? Non si tratta di comportamenti che danneggiano la collettività e procurano illeciti vantaggi a chi li mette in pratica?
SONO I CATTIVI CITTADINI CHE LEGITTIMANO I CATTIVI POLITICI
Insomma, troppo comodo pensare che la corruzione colpisca solo in alto: in alto è più massiccia e si vede di più quando viene scoperta, ma credo che di “prime pietre” oggi potrebbero essere ben pochi a scagliarne. E sono queste malversazioni diffuse, questa totale mancanza di senso civico e attenzione al bene comune che creano l’humus nel quale i politici, alcuni politici, si sentono autorizzati a farsi i propri interessi una volta conquistato il potere. È questo che ci rende differenti dalla Germania, ad esempio, dove ci si dimette da ministro per una laurea abborracciata e da presidente per un mutuo agevolato, dove nessuno si sognerebbe di far eleggere i propri figli ignoranti alle cariche pubbliche, ma anche dove chi non lavora non viene sempre difeso d’ufficio e chi non paga le tasse viene pubblicamente crocifisso. In molti paesi stranieri i politici e i funzionari pubblici non possono neppure ricevere regali: avete presente cosa ricevono da noi a Natale i medici delle Usl, i dirigenti dei vari uffici pubblici, i giornalisti (alcuni)? E avete presente (a proposito delle cozze pelose di Emiliano) quale significato devastante avrebbe rimandare i regali al mittente?
La moralità pubblica non si improvvisa, non nasce come i fiori di De Andrè dal letame dei tanti compromessi privati, stratificati in secoli e secoli di disinteresse per la cosa pubblica e familismo amorale.
Detto questo, ben vengano leggi più severe, e condanne esemplari, visto che – come dicevo prima – l’esempio deve venire dall’alto. Ma vorrei che lo stesso rigore che viene invocato per i politici (o più in generale per le altre categorie, gli altri cittadini) venisse applicato anche ai nostri comportamenti quotidiani.