UN INVERNO MITE, MA ASPETTATE AD ESULTARE

Bikini.jpegAvete notato che oggi, 1 dicembre, praticamente non è ancora cominciato l’inverno? Ho controllato le temperature: nella pianura veneta, salvo qualche notte di nebbia, non si è quasi mai andati sotto lo zero, mentre le massime raggiungono i 14 – 15 gradi. E di neve in montagna neppure parlarne.

A qualcuno può far piacere, a me spaventa. E i dati dei climatologi riuniti a Durban non mi tranquillizzano per niente: checché ne dicano gli ottimisti a oltranza, l’ultimo decennio è stato il più caldo dal 1850, cioè da quando si fanno misurazioni precise delle temperature.

 

IL RISCALDAMENTO GLOBALE E I SUOI EFFETTI

Insomma, giusto per tenerci allegri, vorrei ricordare che non ci sono solo la crisi dell’euro e le imminenti mazzate su pensioni e servizi ad angustiarci la vita: anche se ormai se ne parla pochissimo, il riscaldamento globale c’è, e fa sentire i suoi effetti. Stiamo infatti preparando per i nostri figli e nipoti un mondo in cui non solo non ci sarà la neve per sciare d’inverno, piscina-neve-tirolo.jpgma non ci sarà l’acqua per bere d’estate, o almeno ce ne sarà in quantità infinitamente inferiori di adesso. Questo sarà l’effetto, per restare alle nostre latitudini, dello scioglimento rapidissimo dei ghiacciai già in atto.
Ma altrove sarà – anzi è – drammaticamente peggio: lunghissimi mesi di siccità, con l’avanzamento irresistibile dei deserti, intervallati da precipitazioni di portata drammatica (di cui vediamo ora i prodromi anche da noi) e migrazioni massicce di popolazioni verso nord, verso territori più vivibili (i nostri): un libro (“2050. Il futuro del nuovo Nord”, di Laurence C. Smith – Einaudi) descrive vividamente tutto questo, basandosi sulle più attendibili proiezioni disponibili.

LA SCOMMESSA MANCATA DELLA TECNOLOGIA

Riscaldamento.jpegLa tecnologia potrebbe aiutarci a trovare delle soluzioni: io trovo inconcepibile che nel 21. secolo – dopo essere andati sulla luna, aver messo a punto arsenali capaci di distruggere l’intero sistema solare, aver potenziato all’inverosimile le comunicazioni e allungato la vita a una durata mai vista – non siamo ancora capaci di mettere a punto sistemi di contenimento del riscaldamento e di controllo delle precipitazioni atmosferiche. Il problema è la mancanza di una presa d’atto globale della gravità della situazione, e di conseguenza l’assenza di una volontà collettiva di intervenire, convogliando le risorse necessarie verso queste ricerche.

LA CRISI CANCELLA LE POLITICHE VERDI

E il dramma è che non si vede come sarà possibile intervenire adesso – dopo aver bellamente ignorato il problema quando le risorse ci sarebbero state – in presenza di una crisi che sta già vanificando i pur blandi impegni mondiali a ridurre le emissioni e trovare nuove modalità di produzione e nuove fonti di energia, cioè le attività umane in buona parte responsabili (secondo gran parte degli scienziati) del riscaldamento. Emissioni.jpegProdurre senza inquinare è, infatti, molto più costoso, ed espone le aziende alla concorrenza di chi non va troppo per il sottile; e nessun governo, in questo momento già così drammatico, se la sentirà di rischiare un aggravamento della situazione produttiva del proprio paese imponendo regole restrittive, che altri paesi, fino a ieri nella miseria, bellamente ignorano.

LE COLPE DELL’INDIVIDUALISMO, E UNA PROPOSTA PER NATALE

Ma tutto questo chiama in causa anche noi e le nostre attitudini, non solo i politici, che a loro modo le interpretano: sempre più affetti da un individualismo patologico (che è il connotato più evidente della modernità) siamo incapaci di farci carico della cura del bene collettivo, soprattutto di quello futuro. Se avessimo davvero a cuore il futuro dei nostri figli a Natale, invece che regalare loro l’ennesima play station o il telefonino di ultima generazione, dovremmo mettere nelle loro mani un buono da spendere per finanziare in qualche modo la ricerca per il contenimento del riscaldamento globale: magari spingendo anche la politica a promuovere un fondo o un’agenzia internazionale. Vorrebbe dire fare un piccolo sforzo per rendere più accettabile la loro vita domani.

Cosa dite, se credo a Babbo Natale? Ovviamente si!

rs_ambiente%2030112011.pdf

UN INVERNO MITE, MA ASPETTATE AD ESULTAREultima modifica: 2011-12-01T12:13:00+01:00da sergiofrigo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in ambiente, economia e contrassegnata con , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.