MOBILITAZIONE PER LA CONFERMA DI BARATTA ALLA BIENNALE: PERCHÉ BISOGNA FIRMARE

 

Baratta.jpgHo l’impressione che decidendo di sostituire Galan.jpegalla guida della Biennale Paolo Baratta con l’amico Giulio Malgara (fondatore e tuttora presidente dell’Auditel)  il ministro Giancarlo Galan si sia infilato in un vicolo cieco. Lo dimostrano il numero e la qualità delle firme raccolte dall’appello in favore del presidente uscente pubblicato sul sito della Nuova Venezia, che personalmente invito caldamente a sottoscrivere e a diffondere.En passant: oggi sono stati diffuso i dati relativi ai visitatori all’Esposizione d’arte in corso; a 35 giorni dalla fine siamo giù a quota 333mila, con una media di 3707 entrate al giorno, che lascia immaginare che questa sarà la Biennale più visto di tutti i tempi: è infatti a portata di mano la quota 400mila, il che significa che dal momento del suo primo insediamento, nel 1997, la gestione di Baratta ha triplicato il numero dei visitatori.

 

 

 

ECCO LE ADESIONI PIÙ SIGNIFICATIVE

Le adesioni in favore del presidente uscente crescono al ritmo di 5-600 al giorno, ma soprattutto sono di grande peso: tra i primi, pochi giorni prima di morire, ha firmato anche Andrea Zanzotto, e fra gli altri ci sono lo scrittore Alberto Arbasino, il regista Marco Tullio Giordana, gli storici dell’arte Salvatore Settis, Cesare De Seta, Andrea Emiliani e Antonio Pinelli, il sociologo Luigi Manconi, l’ex direttore della Mostra del Cinema Felice Laudadio, la grande coreografa Carolyn Carson, gli urbanisti Vezio De Lucia ed Edoardo Salzano, i giornalisti Corrado Stajano, Vittorio Emiliani, Vittorio Roidi, Toni Jop, Giuseppe Giulietti di Articolo 21, la fondatrice di «Italia nostra» Desideria Pasolini dall’Onda, il rettore dell’Iuav Amerigo Restucci, il consigliere Rai Giorgio Van Straten, il presidente dell’Istituto Veneto di Scienze Gian Antonio Danieli, il rettore dell’Ateneo Veneto Michele Gottardi, seguiti da un’infinità di «gente comune».

Tra gli ultimi firmatari ci sono una «star» dell’arte contemporanea come l’artista svizzera Pipilotti Rist, direttori stranieri della Biennale Architettura di un recente passato, come Kurt Forster e Aaron Betsky, ora alla guida dell’Art Museum di Cincinnati, uno dei maggiori direttori di musei del mondo, Nicholas Serota, della Tate Modern. E, ancora, il musicista Armando Trovajoli, lo storico dell’arte Micola Spinosa, già soprintendente al polo museale di Napoli, famosi critici d’arte come l’americano Dan Cameron, artisti come Marco Nereo Rotelli e Serena Nono, giornalisti come Riccardo Chiaberge e Irene Bignardi, già direttrice del Festival del Cinema di Locarno. Hanno firmato anche il presidente del Fai, il Fondo per l’ambiente Italiano, Ilaria Borletti Buitoni, il musicologo e già direttore della Biennale Musica Mario Messinis, l’ex ministro dei Beni Culturali Giovanna Melandri, il presidente di Federculture Roberto Grossi, l’ex direttore della Mostra del Cinema Felice Laudadio, l’artista Luisa Lambri.

Ma anche tante persone normali, a Venezia, in Italia e all’estero, che chiedono che «questa» Biennale non venga smantellata solo per far piacere a un amico del presidente del Consiglio e del ministro o per logiche di riconoscenza aziendale nei confronti di Malgara.

GALAN TIENE DURO, MA APPARE ISOLATO

 Intanto sulla vicenda si devono pronunciare le commissioni parlamentari, che esprimeranno un voto solo consultivo. L’impressione però è che qualche perplessità si stia affacciando anche nei partiti di maggioranza, tanto che praticamente nessuno è sceso in campo in favore di Malgara.Biennale, Baratta, Malgara, appello, sottoscrizione, Nuova Venezia, Galan

Il ministro Galan dal canto suo non demorde. «Anche se fossero diecimila firme – ha dichiarato ieri – cosa cambia? Io non ho mandato via Paolo Baratta. Ha terminato il suo mandato che è stato lunghissimo, è durato 8 anni, Ho ritenuto che fosse utile cambiare, che altri avessero caratteristiche diverse e adatte».

E se le firme arrivassero e superassero davvero quota diecimila?

ECCO IL TESTO DELL’APPELLO

Ecco il testo dell’appello al ministro Galan: «La Biennale presieduta da Paolo Baratta, in questi quattro anni, oltre ad accrescere il prestigio internazionale della fondazione, ha contribuito a rinsaldarne il rapporto con la città e le sue istituzioni e a recuperarne spazi importanti. Chiediamo per questo al ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan di non cancellare l’esperienza di Paolo Baratta alla presidenza della Biennale con una nomina inadeguata, come rischia di accadere, garantendo invece una reale continuità con il lavoro che egli stava svolgendo anche a favore della città, offrendo nel caso una rosa di nomi su cui anche Venezia possa esprimersi».

 Ecco invece il link per firmare e, sotto, il post in cui nei giorni scorsi ho commentato la vicenda.

?action=vediappello&idappello=391224

galan-baratta-e-il-caso-biennale-non-c-e-gusto-in-italia-ad.html 


 

MOBILITAZIONE PER LA CONFERMA DI BARATTA ALLA BIENNALE: PERCHÉ BISOGNA FIRMAREultima modifica: 2011-10-23T20:19:11+02:00da sergiofrigo
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