LE DIMISSIONI DI BORGA DENUNCIANO LO STALLO DELLA REGIONE

Borga, Zaia, Veneto Sviluppo, Regione, Lega, ElitesPersonaggio di rare competenze professionali, capacità di relazione e spiccata vocazione ad unire e fare sintesi, l’ex direttore regionale di Confindustria Francesco Borga nel lasciare anzitempo la presidenza di Veneto Sviluppo dice quello che a mezza voce sussurrano in molti, anche nel centro-destra e nel mondo imprenditoriale (si veda l’ex assessore e leader degli artigiani Vendemmiano Sartor): che il re è nudo, e che la barca della Regione sta procedendo a zig zag, se non addirittura tornando indietro. Borga, Zaia, Veneto Sviluppo, Regione, Lega, Elites

Le sue dimissioni, a meno di due anni dalla nomina, dai vertici della Finanziaria regionale, che precedono una probabile defenestrazione, costituiscono uno strappo molto grave nelle relazioni sempre difficili fra la politica e la società civile, le cui ricadute saranno tutte da analizzare.

L’INCAPACITA’ DELLA LEGA DI RELAZIONARSI CON LE ÉLITES

Si tratta, innanzitutto, dell’ennesima manifestazione della conclamata difficoltà (che personalmente segnalo da sempre) del principale partito di governo del Veneto, la Lega, a rapportarsi con le élites regionali, con le quali il sedicente profilo plebeo del Carroccio e la sua vocazione culturale sommariamente semplificatoria faticano a relazionarsi.

Ma la lettura inusualmente esplicita che il diretto interessato ha fornito della sua decisione (si veda il post di ieri) va anche oltre, attribuendo sostanzialmente al presidente della Regione, Luca Zaia, la responsabilità di aver sacrificato alle logiche interne al suo partito le grandi scelte riformiste necessarie ad assicurare al Veneto la capacità di rispondere alle difficili sfide a cui si trova di fronte oggi e nel prossimo futuro. Borga ha parlato di un’”occasione sprecata! Altro che Regione modello o sistema pilota per il resto del Paese”, aggiungendo – come sottovoce dicono in molti, fra gli imprenditori e anche nel centro-destra – che “si naviga a vista” e che “Il Veneto ha bisogno di una guida forte, capace di riforme vere, di reale sostegno al nostro sistema produttivo, in particolar modo alle Pmi”.

UNA POLITICA INCAPACE DI ESERCITARE EGEMONIA

Non si tratta, certamente, di carenze da imputare solo alla Lega: è l’intera politica (e non solo quella regionale) che sta dimostrando in questo periodo tutta la sua incapacità di esercitare un ruolo di guida  sui processi decisionali e sui fenomeni di ampio respiro che si presentano nella società, se è vero che gli stessi suoi esponenti periferici sempre più spesso tendono ad esercitare il proprio mandato in totale autonomia rispetto ai gruppi che rappresentano. E anche in questo senso il caso di Veneto Sviluppo è emblematico, visto che ad animare la fronda anti-Borga non è stata solo la Lega (anzi, Zaia avrebbe voluto che il presidente rimanesse in carica ancora qualche mese), ma sono stati anche alcuni esponenti del Pdl, intenti più che a promuovere l’azione complessiva dell’ente in vista della crescita economica della regione, a tutelare le rispettive aree di influenza…

Ma anche questo è un segno di questi tempi, in cui sui grandi disegni e l’interesse comune prevalgono la frammentazione e il localismo, e non si vedono all’orizzonte idee e personalità capaci di trascinare e fare sintesi.

UNA SOCIETA’ CHE NON RIESCE A DARSI OBIETTIVI DI LUNGO RESPIRO

D’altra parte proprio alle élites – che sono costituite essenzialmente dalle persone con le competenze necessarie a gestire le strutture complesse che presiedono all’andamento della nostra società – spetterebbe il compito di costituire l’humus indispensabile per assicurare la funzionalità della cosa pubblica, ma anche l’individuazione degli obiettivi di lungo termine della società e il rilancio dello sviluppo economico.

Ma se la politica continuerà a pensare, come fa adesso, di poter fare a meno delle persone più dotate di know-how specifico, cultura di base, elasticità intellettuale e della vocazione a confrontarsi liberamente con il mondo, al di fuori di anacronistici protezionismi, gli effetti primari saranno la promozione ai posti di responsabilità di personale di modesta levatura culturale, ma di provata fedeltà al proprio leader di riferimento, ma quelli secondari, e ben più gravi, saranno l’incapacità del modello regionale di interpretare con precisione e tempestività le proprie vocazioni e di far fronte alle sfide che lo stanno già investendo.

UN NUOVO MANIFESTO POLITICO?

Tutto questo è chiaro nel commiato di Borga da Veneto Sviluppo, laddove cita, come alternativa all’attuale stato di cose la precedente esperienza di governo regionale, in cui “Pdl e Udc sono stati capaci di mettere in campo risorse umane e idee all’altezza delle sfide che si paravano di fronte e dove anche all’opposizione, in particolar modo al Pd, era data la possibilità di condividere le più importanti scelte di governo, come quelle legate allo sviluppo imprenditoriale, alla soluzione del nodo di Porto Marghera, alla realizzazione del Passante e molto altro”.

Se non è un manifesto politico, gli manca veramente poco.

 

LE DIMISSIONI DI BORGA DENUNCIANO LO STALLO DELLA REGIONEultima modifica: 2011-09-16T16:51:59+02:00da sergiofrigo
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