L’AUTODIFESA DEGLI EVASORI: “LO FANNO TUTTI SIAMO VITTIME ANCHE NOI”

Finanza.jpgOggi è Michele Serra a lavorare per il blog: difficile commentare meglio di come ha fatto lui la vicenda della maxi evasione del gruppo Mastrotto ad Arzignano.

Ma c’è almeno una cosa da aggiungere: al fondo di episodi di questo genere (e anche di molto peggiori, per la verità) c’è una forma di vittimismo diffusa, che permette di auto-giustificarsi quando si combina qualcosa di palesemente illegale o moralmente discutibile: “lo fanno tutti”, o meglio ancora (come dalle parole del leghista presidente della Provincia di Vicenza Schneck riportate nel post di ieri), “lo facciamo per tutelarci dalle ruberie di Roma”.

 

Il problema è che non lo facciamo per difendere la nostra vita o tirarci fuori dalla povertà, ma per conservare la ricchezza acquisita; in secondo luogo chiunque, in qualsiasi angolo della terra, trova nel vittimismo e nella rivendicazione di qualche compensazione l’auto-giustificazione per le proprie malefatte: compresi i politici concussi (che per fare politica hanno sempre lasciato sontuose carriere), i mafiosi ladroni (che lo fanno per tutelare la famiglia), i serial killer in… dissenso con la società e i fautori delle pulizie etniche in giro per il mondo. Ma per tutelare le vittime e compensare i torti nel mondo civilizzato si sono inventati gli stati, le leggi e i giudici, di cui tutti sono tenuti a rispettare i pronunciamenti, senza farsi giustizia da sé.

L’AMACA

di Michele Serra

“Prassi diffusa nel territorio, cui il gruppo è stato costretto ad adeguarsi”. Così si difende la conceria vicentina accusata dalla Finanza di un’evasione colossale: oltre cento milioni di euro. Non so se gli autori di quel comunicato ne hanno contezza, ma essere “costretti ad adeguarsi a una prassi diffusa nel territorio” è giustificazione tipica dei luoghi di mafia.E’ a Corleone, è in Aspromonte che ogni reato, ogni comportamento illecito viene fatto risalire, allargando le braccia, a un invincibile condizionamento ambientale. La differenza è che in terre di mafia chi si ribella rischia la vita. Laggiù nel Vicentino (profondo Meridione d’Europa) ribellarsi significa rischiare di guadagnare meno schei.

Una comunità di ex contadini poveri e ex migranti è diventata ricca lavorando duro e tagliando i ponti con le regole dello Statue quelle del sindacato. Come i cinesi di Prato, ma molto prima di loro. Con una coesione interna ferrea e omertosa (non si possono evadere cifre del genere senza il consenso di tutti, operai per primi). Per evitare il solito commento “moralista”:se tutto questo fosse servito a erigere una società migliore, pazienza. Ma quante librerie, quanti cinema,quanti teatri, quanta socialità, quanta buona architettura,quanta ecologia, quanta bellezza è stata realizzata, grazie alla cospicua refurtiva? Da Arzignano, in questo senso, non arrivano buone notizie.

da La Repubblica del 28/08/2011.

L’AUTODIFESA DEGLI EVASORI: “LO FANNO TUTTI SIAMO VITTIME ANCHE NOI”ultima modifica: 2011-08-28T15:58:40+02:00da sergiofrigo
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