LE CREPE DEL CENTRO-DESTRA E L’ADDIO ANNUNCIATO DI SALLUSTI

Volete vedere qualcosa tra le crepe che stanno incrinando il muro del centro-destra? Ecco, leggete questo articolo di Jacopo Iacoboni sulla Stampa di oggi. Ho la netta impressione che sia solo l’inizio. Sono momenti da registrare con estrema attenzione, per ricordarseli in seguito.

 

Contro Moratti e il Cavaliere
Sallusti verso la resa dei conti

“Io estremista? Di giudici e Br parlò Berlusconi. Moratti? Perde”

JACOPO IACOBONI
 

ROMA
E’ l’anticipo di quello che accadrà se Moratti davvero perderà a Milano. Brucia Sagunto. Si andrà a caccia di capri espiatori.

Per ora succede apparentemente questo, Alessandro Sallusti concede un’intervista a Vanity Fair in cui prendendo spunto dalla battaglia elettorale rivela almeno tanto quanto sottende: non sono io l’estremista, non ho fatto che sostenere la linea del Cavaliere, è lui e non io ad aver paragonato i giudici alle Br. La Moratti non vincerà mai, sono mesi che a Milano non incontro un elettore di centrodestra che sia ancora disposto a votarla. La Minetti è «inquietante, adesso sappiamo perché è andata a occupare quel posto», e Ruby ovviamente ha lasciato il segno, «soprattutto sull’elettorato femminile». En passant, io non sono fidanzato con la Santanchè ma sì, «siamo più che amici, è una persona per me molto importante» (tra l’altro, «molto dolce. Passa le serate a lavorare a maglia per il figlio»).

Al che viene abbastanza naturale – a parte un sincero sbigottimento per varie di queste affermazioni – chiedersi cosa spinga un uomo con una responsabilità, il direttore del Giornale , a concedere un’intervista in cui parla a briglia sciolta di tutto e di tutti, soprattutto parla contro tutti quelli del suo campo, a partire da Silvio Berlusconi. La domanda oggi diventerà rumorosa alla lettura delle considerazioni di Sallusti, innanzitutto quelle sul premier e la probabile sconfitta a Milano: «I toni non c’entrano», taglia corto Sallusti. «Nessuno ha il coraggio di rinfacciare alla Moratti la disfatta, eppure tutti nel partito sapevano che partiva dal 40 per cento: guadagnando un punto e mezzo le è già andata di culo. Nessuno osa dire che ha sbagliato Berlusconi a dare ai giudici dei brigatisti o a fare i comizi sotto Palazzo di Giustizia. Allora dicono che è colpa del Giornale , dei falchi, della Santanchè. Rispondo che sono ipocriti: se critichi il Giornale , che sostiene le posizioni di Berlusconi, critichi il capo del partito». L’hanno accusato di aver diretto la sciagurata regia della campagna elettorale del Pdl a Milano, di scrivere lui la linea in tandem con la superestremista Santanchè, di aver mostrato il volto peggiore tra l’altro elettoralmente più controproducente – del centrodestra, e Sallusti che ti fa? Smista soavemente l’accusa sul Capo. Berlusconi. E caschi quel che resta del mondo.

Come ciò sia stato possibile, lo raccontano diverse fonti di quell’ambiente. Il direttore del Giornale vive un momento particolare: visitato nei giorni scorsi al San Raffaele, tra ieri e oggi è sottoposto a un delicato intervento. Nel frattempo il Cavaliere si appresta a dargli il benservito sollevandolo dalla guida del quotidiano di famiglia, al quale ritorna Vittorio Feltri – ancora da decidere con quale ruolo, se direttore, direttore editoriale, editorialista (se davvero ci sarà un ritorno a toni meno aspri, il direttore potrebbe essere il rientrante Mario Giordano). Solo che Sallusti non ci sta a intestarsi pure la sconfitta elettorale della destra, neanche fosse il colpevole del tramonto del berlusconismo. No, la sconfitta si deve a una linea che lui ha difeso, non inventato. La Moratti ha speranza di vincere? «No, secondo me no». Qual è il suo limite? «Era debole. Ha visioni, penso all’urbanistica e all’Expo, che la gente non capisce. Troppi cantieri non finiti, troppe cose fatte solo per le minoranze». Il Giornale aveva scritto che la mossa dell’attacco al passato di Pisapia era stata suggerita del mondo di Comunione e Liberazione, il che ha attirato su Sallusti anche l’ostilità di Formigoni. Al Cavaliere non è parso vero poter persino offrire, ai più scontenti, una testa che aveva deciso di suo di tagliare.

Ecco che c’è dietro al Sallusti-controtutti: «Prima del gennaio scorso, quando mi invitò per un caffè, la Moratti non la conoscevo neppure. Qualche giorno dopo mi telefona: “Guarda, direttore, forse possiamo darci del tu”. Lì ho capito che era davvero in difficoltà, perché se una così scende dal piedistallo e si abbassa a dare del tu a uno che le sta evidentemente sui coglioni… Malgrado tutto, penso davvero che sia molto meglio lei di un pericoloso estremista come Pisapia». Ecco perché uno come lui rompe le righe: è stato soldato di una guerra, e come soldato non ha fatto che combattere, seguendo la strategia del Capo. «Se non lo critico quasi mai non è perché penso che non abbia difetti, ma perché lo reputo un talento che alimenta la sua genialità anche con i vizi, come Maradona o Michael Jackson. Fondamentalmente sono dei pazzi». Accusa che si son visti piovere addosso lui e Daniela, che qui invece scopriamo – converrà tornarci – angelo del focolare.

LE CREPE DEL CENTRO-DESTRA E L’ADDIO ANNUNCIATO DI SALLUSTIultima modifica: 2011-05-25T17:54:01+02:00da sergiofrigo
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